La terza Sfinge trovata nella Valle dei Re a Luxor

Lo ammettiamo: per una volta abbiamo scelto un titolo “ad effetto” che non corrisponde esattamente alla verità… ma quasi. Il soggetto è la Sfinge, una delle statue più imponenti dell’antichità e anche dei tempi moderni. La Sfinge si trova nella piana di Giza, non distante dalle tre grandi piramidi. Ha il volto di un faraone (si suppone Cheope, ma non c’è un’identificazione esatta) e il corpo di un leone. Sta accovacciata, con la coda lungo il corpo felino. Misura 73 metri in lunghezza e 20 in altezza, ed è fatta di pietra calcarea. Ufficialmente è datata a 2500 anni circa prima di Cristo, ma sussistono fondati motivi per credere che sia molto, molto più vecchia.

Abbiamo parlato spesso della Sfinge in questo sito, e in un’occasione abbiamo parlato anche della sua gemella perduta. Secondo l’egittologo Bassam El Shammaa prima, e secondo i ricercatori  Gerry Cannon e Malcolm Hutton poi, un tempo era esistita anche una seconda Sfinge non distante dalla prima, adducendo una serie di prove sia materiali che teoriche. La comunità scientifica non ha mai avvalorato questa tesi, salvo poi scoprire che addirittura esiste una terza Sfinge!

La terza Sfinge

il guardiano della valle dei re
Fonte: curiosmos

Chiariamo subito che non si tratta di una Sfinge a tutti gli effetti, in quanto manca del corpo di animale. Però può essere assimilata alla famosa statua di Giza per via del fatto che, a sua volta, era stata messa a fare da guardiana alle tombe dei faraoni. Questa cosiddetta “terza Sfinge” si trova dunque nei pressi della Valle dei Re, una delle più grandi necropoli dell’antichità che siano mai state riscoperte. Il sito esatto del suo ritrovamento è quello chiamato Royal Cache“, o nascondiglio reale. Era il luogo in cui vennero sepolti di nascosto molti faraoni al fine di salvarli dai profanatori di tombe.

In questo sito si svolge ormai da alcuni anni una campagna di scavi che sta facendo molte scoperte interessanti. Il progetto si chiama proprio Royal Cache Wadi Survey, ed è anche conosciuto con il nome semplificato C2 Project. Dal 2017 un team di professionisti facenti parte dell’Università Complutense di Madrid e del Centro di Studi e Documentazione sull’Antico Egitto (CEDAE) sta analizzando tutta l’area compresa tra la Valle dei Re e il tempio di Hatshepsut di Deir El Bahari.

Qui, non lontano da dove sorgeva l’antica città di Tebe (oggi Luxor) gli archeologi hanno trovato molti reperti interessanti, e tombe che ancora non erano state esplorate. I lavori di ricerca e scavo vanno avanti da anni ma sembra davvero che ci sia ancora tanto da cercare, e tutto il mondo accademico segue la campagna con il fiato sospeso. A quanto pare, gli studiosi che si sono decisi a violare ancora una volta il sono eterno dei re e delle regine d’Egitto hanno però adesso trovato un nume tutelare.

Cosa sappiamo della terza Sfinge

ricostruzione al computer del volto della terza Sfinge
Fonte: curiosmos

A diramare la notizia del ritrovamento della terza Sfinge è stato uno dei membri del team di ricerca, José Ramón Pérez-Accino, professore presso l’Università di Madrid. La scultura è solo un volto, i cui lineamenti ormai sono poco riconoscibili ma di cui si capisce che aveva un copricapo simile a quello della Grande Sfinge di Giza. Di quel volto si indovina l’arcata sopracciliare e si vedono le narici. Scolpito su una parete rocciosa, alto circa 20 metri, appare chiaro che avesse il compito di vegliare sul sonno eterno dei faraoni.

Il pessimo stato in cui versa la terza Sfinge non si deve solo al trascorrere del tempo. Infatti il professore si dice certo che in realtà l’effigie sia stata distrutta e sfregiata volontariamente, in uno di quei gesti imperdonabili che a volte l’Uomo commette. A rovinare per sempre l’icona potrebbero essere stati i cristiani o i musulmani per evitare che diventasse oggetto di idolatria. Non è possibile dire quanto vecchia fosse la scultura, ma si ipotizza che sia più recente della Grande Sfinge (sulla base della datazione comunemente accettata per quest’ultima).

Una notevole peculiarità del volto misterioso è che lo hanno scolpito in modo tale che venga illuminato dal primo raggio di sole del Solstizio d’Inverno. Per ora non si sa molto altro, ma certo desta una notevole emozione vedere quel volto che, con l’uso della computer grafica, i ricercatori hanno evidenziato sulla parete di pietra. Non è possibile vederne gli occhi, possiamo solo immaginare il suo sguardo che attraversa i secoli per posarsi su di noi. Quali sono i segreti che la terza Sfinge ha custodito per tutto questo tempo? Continueremo a seguire gli scavi del Royal Cache Wadi Survey con molto interesse.

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