Il foro sulla testa della Sfinge e perché venne chiuso

Zahi Hawass è forse ad oggi uno dei maggiori esperti viventi in materia di Antico Egitto. Archeologo e segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità Egizie, è innegabilmente una delle autorità in materia. Eppure, quando si parla di reperti anche molto famosi come la Sfinge, il suo atteggiamento viene trovato spesso elusivo: a volte addirittura contraddittorio. Ad esempio: non ha mai parlato del foro che esiste sulla sommità del capo della Sfinge. A cosa serviva? E perché è stato chiuso?

Quel foro inspiegabile

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Fonte: adlington-history.blogspot.com

Un documento molto interessante che fa sorgere i primi dubbi circa la reale destinazione d’uso di questo foro è un disegno eseguito da un personaggio molto interessante, Dominique Vivant Denon (1747 – 1825). Denon fu il primo direttore del Museo del Louvre, voluto dallo stesso Napoleone. Era artista e scrittore, ma anche diplomatico e archeologo. Da molti, è considerato il fondatore dell’odierna egittologia.

Sul finire del XVIII secolo, egli accompagnò l’Imperatore nella campagna d’Egitto. Fu lui a scoprire gran parte di quelle meraviglie la cui conoscenza sarebbe stata approfondita solo più tardi: essendo al seguito di Napoleone non aveva molto tempo per soffermarsi e studiare. Non aveva una macchina fotografica, ovviamente, ma cercò di disegnare tutto quello che poteva. Successivamente, intorno al 1810, tornò in Egitto con i suoi precedenti schizzi che suscitarono ammirazione per la loro grande precisione.

In seguito Denon scrisse un volume per testimoniare i suoi viaggi in Egitto, “Voyage dans la Basse et la Haute Égypte pendant les campagnes du général Bonaparte”, nel quale incluse molti dei disegni da lui stesso eseguito. Tra le illustrazioni ce n’è una piuttosto curiosa, che raffigura la testa della Sfinge. Dobbiamo ricordare che all’epoca era l’unica cosa della grande statua che emergesse dalle sabbie: il corpo sarebbe stato riportato alla luce solo negli anni Trenta del Novecento.

La peculiarità del disegno, che mostra degli uomini intenti alla misurazione della testa, è che esibisce chiaramente una cavità sulla sommità del capo della Sfinge. Si vede infatti un uomo che si trova dentro un buco, in quanto ne è visibile solo il busto e non le gambe.

Foto aeree della testa della Sfinge

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Fonte: www.giza-legacy.ch

D’altro canto, non serve questa testimonianza per sapere che c’è un foro sulla sommità del capo della Sfinge. Si vede molto chiaramente anche in una foto aerea scattata da una mongolfiera che sorvolava la piana di Giza negli anni Venti del Novecento. Oggi è molto più difficile poter sorvolare la piana, e infatti le foto aeree che si possono trovare sono pochissime. Fortunatamente, ci sono i droni.

Osservando alcuni video effettuati usando queste attrezzature tecnologiche, è facile apprezzare come quel foro oggi sia stato ermeticamente sigillato con del cemento. Questo fatto è avvenuto nel 1925, con la giustificazione di proteggere la Sfinge dall’azione delle intemperie. La spiegazione che viene data circa l’esistenza di questo buco è che servisse per sorreggere un qualche ornamento che decorava la grande statua.

Dall’immagine di Denon, però, quel buco sembra davvero profondo, visto che un uomo ci sta in piedi dentro (o forse viene spinto fuori da qualcuno che sta ancora più in basso?). Sempre stando alle comunicazioni ufficiali, la Sfinge ha tre passaggi al suo interno, uno dei quali è un vicolo cieco che si diparte dalla parte posteriore del capo. Non ci sono altri tunnel, né stanze sottostanti.

Quelle stanze sotterranee

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Fonte: www.giza-legacy.ch

Sono in molti però a credere che sotto la Sfinge si diparta un fitto cunicolo di gallerie che condurrebbero ad una città segreta. Il foro sulla testa non sarebbe altro che uno degli ingressi a quel mondo nascosto. Chi crede ad Edgar Cayce, pensa che sotto la piana di Giza si trovi l’archivio di Atlantide. Oppure, potrebbero esserci solo stanze lasciate colme di tesori di conoscenza degli Antichi Egizi.

Ad ogni modo, Hawass nega recisamente che sotto la Sfinge ci sia alcunché. Il problema è che nega alcune evidenze da lui stesso portate alla luce. Infatti qualche anno addietro fu lui stesso a diffondere un video in cui esplorava gli ingressi alle camere segrete che si troverebbero sotto la terra. In seguito però ha smentito tutto, e si è molto arrabbiato con alcuni appassionati che si misero a scavare di straforo nei dintorni. Oggi nessuno può avvicinarsi alla Sfinge senza previa autorizzazione, che in genere non viene concessa.

L’impressione molto netta che se ne ricava è che ci siano cose ben note alle autorità egizie che non si vogliono divulgare, a costo di negare alcune evidenze. La cosa sembra strana, perché qualunque ritrovamento non farebbe altro che incrementare i flussi turistici e quindi gioverebbe all’economia del Paese. Quindi?

Se davvero sotto la Sfinge c’è qualcosa, deve essere qualcosa di talmente rivoluzionario che non si desidera diventi di dominio pubblico. Forse queste non sono altro che teorie da “pyramidiots”, come Hawass chiama chi contrasta le sue affermazioni. Oppure dietro le tante contraddizioni c’è una verità ancora tutta da scoprire, di cui non non possediamo che pallidi indizi.

Fonti:

Un commento:

  1. Pingback:Il Disco di Sabu: tecnologia sconosciuta dall'Antico Egitto

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