Il misterioso popolo dei Chachapoyas, i Guerrieri delle Nuvole

La cultura dei chachapoyas, purtroppo, ci è in gran parte ignota. Quel che sappiamo di loro deriva per lo più da quanto scrissero i conquistadores spagnoli giunti in Perù nel XVI secolo. A quei tempi i chachapoyas erano già stati sottomessi dagli Incas: persino il nome con cui li chiamiamo oggi è Inca e non sappiamo come definissero se stessi. Ma c’è un altro affascinante appellativo usato per indicare i chachapoyas: guerrieri delle nuvole. Scopriamo perché.

Chi erano i chachapoya

chachapoyas mummie
Fonte: Atlas Obscura

Ci troviamo in Perù, in una regione chiamata Amazonas, nel cuore della foresta pluviale. Qui questo misterioso popolo si insediò e proliferò, dicono gli studiosi, a partire dal secondo secolo dopo Cristo. Le caratteristiche fisiche dei chachapoyas erano tali da far meravigliare gli invasori spagnoli, quando giunsero molti secoli più tardi. Erano alti, biondi, con pelle molto chiara. Avevano cioè tratti tipicamente europei. Questa non è l’unica anomalia che presentavano rispetto ad altre popolazioni del centro America.

I Chachapoyas erano molto diversi dagli Incas, e non solo fisicamente. Le loro modalità costruttive non si assomigliano, né il modo di inumare i morti. Gli Incas li chiamavano chachapoyas, che vuol dire “guerrieri delle nuvole”, perché amavano vivere a grandi altitudini. Il loro insediamento meglio noto agli archeologi, Kuélap, si trova a 3000 metri sul livello del mare.

Non sappiamo come questi uomini si riferissero a loro stessi, perché non hanno lasciato nulla di scritto. In realtà della loro civiltà abbiamo pochi reperti, perché molto è stato saccheggiato dai predatori di tesori nel corso dei secoli. Quello che resta, però, è tale da impressionare comunque. ad esempio, l’architettura di Kuélap fa pensare ad una città fortificata. Qualcuno dice fosse proprio un fortino, ma è più probabile che fosse un insediamento civile, molto ben difeso.

Cacciatori di teste

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Fonte: www.peruparadisetravel.com

Prima che riuscissero a sottometterli, pare che gli Incas avessero paura dei chachapoyas. Li chiamavano “guerrieri” non a caso, perché una delle principali attività in cui erano impegnati era la caccia alle teste. I cacciatori di teste tenevano i crani dei loro nemici come trofei. Gli sciamani chachapoyas erano creduti detentori di capacità sovrumane. Potevano cambiarsi in forma animale e gettare terribili maledizioni. Anche quando, infine, li conquistarono, gli Incas continuarono a temere i loro nemici.

Oltre all’attività di cacciatori di teste, queste persone erano anche agricoltori e tessitori. Ciò che però conosciamo meglio a loro riguardo era il culto dei morti, visto che i reperti di maggior rilevanza che sono stati ritrovati, edifici a parte, sono dei sarcofagi che presentano caratteristiche uniche. Alcuni sarcofagi sono stati ritrovati a circa 800 chilometri da Kuélap in tempi recenti, nel 1997. I più famosi sono quelli di Carajia, un picco che si trova a nord est di Kuélap.

chachapoyas sarcofagi
Fonte: www.quenualadventures.com

Sono tutti sarcofagi antropomorfi, ovvero riproducono con argilla e paglia le fattezze di esseri umani. Quelli di Carajia vennero rinvenuti nel 1928 e lasciarono a bocca aperta gli esploratori che vi si imbatterono per caso. Erano alti oltre 7 metri, sette figure in tutto, l’una accanto all’altra. Erano chiaramente stati pensati come un unicum, ma un terremoto ne aveva distrutto uno. Così si poté esplorare l’interno dei monumentali sarcofagi senza danneggiarli.

Il rituale di sepoltura dei chachapoyas

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Fonte: Pinterest

Nella cultura chachapoyas era evidente che non esisteva alcun limite invalicabile tra il regno dei vivi e quello dei morti. Ecco perché questi ultimi continuavano a sussistere accanto ai primi. In alcune abitazioni di Kuélap sono state trovate mummie sepolte sotto il pavimento della stanza principale. Le mummie rinvenute presso la cosiddetta “Laguna de los Condores” (lago dei condor) erano perfettamente conservate grazie al clima del posto.

Erano circa 200 e hanno permesso di verificare quanto riportato nelle cronache dei conquistadores. Davvero i guerrieri delle nuvole avevano pelle molto chiara e capelli altrettanto chiari. Inoltre, padroneggiavano la chirurgia, visto che vi sono segni di interventi e di fori praticati nei crani o nelle ossa degli arti. I sarcofagi in cui erano conservate le mummie venivano chiamati purunmachu.

Venivano realizzati in questo modo: al centro c’era la mummia, in posizione fetale, avvolta in teli. Attorno ad essa veniva modellata l’argilla, dandole un aspetto umanoide. Poi si applicava esternamente una miscela di fango e paglia. Infine i purunmachu venivano colorati con tintura crema, e decorati con pitture rosse o gialle. Posizionati su alti picchi rocciosi, facevano la guardia ai sentieri dei morti.

I misteri di una civiltà orami estinta

chachapoyas atlantide
Fonte: Curiosmos

Le mummie studiate dai primi esploratori si trovano oggi nel museo Leymebamba, ma non sono esposti e non se ne consce l’esatta collocazione. Solo una piccola parte dei siti chachapoyas, rinvenuti nel XIX secolo, sono stati scavati e studiati. Quello che sappiamo è che all’arrivo dei conquistadores prima di allearono ad essi, per contrastare lo strapotere Inca. Ma poi le malattie portate dai nuovi venuti ridussero la popolazione fino a farla estinguere.

Come definivano se stessi i chachapoyas? Questo resta il più grande enigma, perché sapere che nome un popolo dà a se stesso serve per capire anche qual è la sua origine e la considerazione che ha di sé. Di certo i tratti somatici molto peculiari di questa popolazione centro americana apre scenari inediti, che non volentieri gli studiosi allineati percorrono. Forse i guerrieri delle nuvole solo un’altra delle impronte lasciate da Atlantide, con le loro donne bellissime, la loro pelle chiara, i loro capelli biondi.

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