Un Gigante che è esistito davvero: la strana e commovente storia di Kap Dwa

Gli antichi racconti, miti e leggende sono ricolmi di storie di giganti. I giganti non erano solo uomini più alti del normale. Erano esseri colossali con poteri sovrumani. In molti casi erano considerati semidei: se ne parla persino nella Bibbia, dove sono chiamati Nephilim. In tempi più recenti ci sono stati anche ritrovamenti di corpi di giganti, anche se in genere si dice si tratti di bufale. C’è un solo corpo mummificato che si ritiene vero, ed è quello di un gigante che è esistito realmente. La strana e commovente storia di Kap Dwa non è del tutto chiara, ma vale la pena di essere narrata.

Il gigante della Patagonia

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Fonte: www.disclose.tv

La cosa più straordinaria che riguarda Kap Dwa è che non solo il suo corpo, che è alto circa 3 metri e mezzo, è stato riconosciuto come autentico. Ancora oggi può essere ammirato, in quanto fa parte della collezione di Robert Gerber “Bob’s Side Show” di proprietà della società The Antique Man Ltd di Baltimora, negli Stati Uniti. Ecco come questo gigante – che sembra avere origine in Patagonia – è giunto fin qui.

Una prima storia che si racconta sul suo conto risale al XVII secolo e dice che un vascello spagnolo catturò il povero Kap Dwa durante un viaggio fino alla Patagonia. Il gigante fu fatto prigioniero per essere riportato in patria. Il suo aspetto non era straordinario solo per via della sua incredibile altezza. Kap Dwa aveva anche due teste.

Però i marinai maltrattavano la creatura, che ad un certo punto si decise a fuggire. Il suo tentativo finì male: i marinai lo colpirono con una fiocina in pieno petto e lo uccisero. In seguito il suo corpo mummificato fu portato in Inghilterra, dove se ne ha traccia intorno al XIX secolo. La storia che racconta il signor Gerber, però, è diversa.

Pare infatti che Kap Dwa sia stato trovato su una sperduta spiaggia del Paraguay (non Patagonia, quindi). Il povero gigante era già morto, con una lancia conficcata nel petto. Il corpo fu condotto in Inghilterra, dove entrò a far parte della collezione del Museo di Blackpool. La mummia venne usata in varie esibizioni, per poi giungere in America ed entrare a far parte della collezione del signor Gerber.

Un freak o un vero gigante?

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Fonte: www.disclose.tv

A lungo si è pensato che Kap Dwa non fosse altro che uno dei tanti fenomeni da baraccone, un “freak” per usare il termine inglese, che andavano tanto di moda tra XVIII e XIX secolo. Spesso si trattava di persone con deformità reali che venivano mostrate al pubblico in una sorta di “circo delle stranezze”: il più famoso era il circo Barnum.

A volte, però, i freaks venivano artefatti. Si trattava di un’opera di tassidermia: si prendevano varie parti di diversi corpi umani e animali (un po’ come nella storia di Frankenstein). I corpi così composti venivano mostrati ad un pubblico pagante come veri “mostri”, ma non si trattava altro che di falsi ben costruiti (e a volte neanche tanto bene). Questo però non sembra essere il caso del nostro Kap Dwa.

Chi ha esaminato il corpo, ha detto di non aver trovato alcun segno di sutura. Le due teste sembrano genuinamente essere attaccate entrambe al busto, e nessuna delle due è stata aggiunta con un intervento successivo. La mummia fu esaminata svariate volte dagli anni Trenta ai Sessanta, e nessuno mai ha dubitato della sua genuinità. Pare che uno studente della Johns Hopkins University abbia anche eseguito una risonanza magnetica. Anche in questo caso il corpo è apparso autentico.

Kap Dwa dunque era un essere che è nato e vissuto esattamente con l’aspetto che ora conserva per l’eternità, con la sua altezza di oltre 3 metri e le sue due teste. La domanda successiva è: si tratta solo di un’anomalia nella normale conformazione fisica di un essere umano, oppure Kap Dwa è uno degli ultimi discendenti di una razza di giganti?

Chi era davvero Kap Dwa

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Fonte: www.pianetablunews.it

Purtroppo dare una risposta a questo quesito è impossibile: ognuno di noi può solo provare a fare le supposizioni che gli sembrano più sensate. La scienza medica ci dice che è possibile che una creatura nasca con due teste, o con altri organi “doppi”. Una simile anomalia comprometterebbe in modo determinante le aspettative di vita, ma non è impossibile, anzi, è più frequente di quanto non si creda.

L’altezza di Kap Dwa invece sarebbe qualcosa di davvero inedito. Anche se ci sono persone molto alte, molto più della media, la persona più alta del mondo finora è stato Robert Wadlow, morto nel 1940. Wadlow aveva raggiunto un’altezza di 2 metri e 72 centimetri. Ben lungi dall’uguagliare i 3,50 metri di Kap Dwa (nome che in malese vuol dire “due teste”).

Dobbiamo dunque escludere a priori che questo povero corpo mummificato non sia piuttosto la prova concreta di tanti racconti che girano da secoli? E racconti non solo leggendari. Ci sono le testimonianze di alcuni marinai olandesi guidati dal capitano Sebalt de Weert, il quale certificò sul suo diario di bordo di aver visto dei giganti oltre lo stretto di Magellano. Era il XVI secolo, quindi all’incirca l’epoca in cui Kap Dwa fu ritrovato.

Ci sono anche degli scritti conservati nella Biblioteca Vaticana che raccontano di una razza di giganti che avrebbe abitato in Sud America, che, secondo i missionari, erano stati uccisi dagli Aztechi. Insomma, c’è il caso che Kap Dwa fosse più di un “freak”, di un’anomalia, come ci piace etichettare tutto ciò che non rientra nei nostri canoni mentali.

The Antique Man Ltd. ha un sito web che puoi visitare. Nella sezione “Bob’s Side Show” puoi vedere catalogato, insieme ad un gomitolo gigante e al guanto usato da Freddy Kruger nella serie di film “Nightmare”, anche il corpo di Kap Dwa. La didascalia dice che Barnum cercò invano, più volte, di acquistarlo. Il povero gigante avrebbe meritato di certo sorte migliore. Ma, se vuoi, puoi andare a verificare con i tuoi occhi la sua concretezza.

2 commenti:

  1. Ci avete fatto caso che Cap Dwa potrebbe significare semplicemente Due (dwa) Teste (cap)?

    • Infatti il nome è malese e vuol dire proprio “due teste”, è specificato nell’articolo. Chiaramente, è un nome che è stato dato a posteriori: chissà come si chiamava davvero il povero gigante!

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