Rapito dalle fate: la curiosa storia del reverendo Kirk

“Il regno segreto” è un’opera imprescindibile per chiunque voglia avvicinarsi alla conoscenza del piccolo popolo e del mondo fatato. Colui che lo scrisse, d’altro canto, ne aveva fatto esperienza diretta, tanto che si racconta che venne rapito dalla fate. La curiosa storia del reverendo Kirk è a metà tra la leggenda e il resoconto fantastico, ma offre ancora oggi numerosi spunti di riflessione. Ecco che cosa accadde.

Il reverendo Robert Kirk

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Fonte: Pinterest

Robert Kirk nacque ad Aberfoyle, in Scozia, il 9 Dicembre del 1644. Suo padre si chiamava James ed era un ministro presbiteriano. Robert, ultimo di sette figli (particolare da tenere a mente) decise di seguire le sue orme e si avviò agli studi di teologia. Li concluse con successo nel 1661 ad Edimburgo e ottenne qualche anno più tardi la parrocchia di Aberfoyle, dove visse fino alla sua morte avvenuta nel 1692.

Kirk si fece conoscere anche nella comunità letteraria del tempo per via della sua approfondita conoscenza del gaelico. Il gaelico è la lingua celtica parlata ancora oggi in Scozia e Irlanda. Kirk tradusse in questa lingua i salmi e la Bibbia. La sua opera più importante però è uno scritto originale che fu pubblicato postumo, nel 1815. Si tratta del libro “The Secret Commonwealth of Elves, Fauns and Fairies”, tradotto in italiano come “Il regno segreto”.

In questo scritto Kirk raccolse tutte le storie che circolavano in Scozia sulle fate, i folletti e altri abitanti del reame magico. Parlava soprattutto di quell’altro mondo, l’universo parallelo al nostro in cui questi spiriti si muovono. Non riuscì a vedere pubblicato il suo lavoro perché la morte lo colse prima. E a tal proposito si narrano cose davvero straordinarie sul modo in cui essa avvenne.

Morte o rapimento?

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Fonte: Pinterest

Non si deve pensare che il libro a cui stava lavorando il reverendo Kirk fosse una semplice antologia di favole. Ne “Il regno segreto” egli sostiene a spada tratta l’esistenza del piccolo popolo, affermando che arriverà il giorno in cui il velo tra i due mondi – quello fatato e quello umano – verrà sollevato. Finalmente la gente magica farà amicizia con gli umani in un consesso mistico di là da venire.

All’epoca queste idee erano molto impopolari. Il tribunale dell’Inquisizione ancora imperversava con i suoi roghi di libri e persone. Le creature fatate erano equiparate ad esseri demoniaci, e chi affermava di credere nella loro esistenza era considerato un eretico. Ciononostante il reverendo Kirk, nato e cresciuto nelle Highlands scozzesi, non poteva rinnegare quel fortissimo retaggio pagano.

La data della sua morte, così come è scritto sulla sua pietra tombale, è il 14 maggio del 1692. La gente del posto però – a lungo – ha raccontato un’altra versione dei fatti. Pare che il reverendo Kirk amasse al pomeriggio fare una passeggiata sulle colline intorno alla chiesa. Un giorno fu ritrovato privo di sensi e si pensò avesse avuto un malore, in seguito al quale fosse morto. Il suo corpo si trovava all’interno di un cerchio di funghi.

Portato a Fairyland

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Fonte: http://www.openculture.com

Si tennero i funerali e Kirk fu seppellito. Una notte però apparve in sogno ad un suo cugino. Gli disse che non era morto, ma che il popolo fatato aveva gettato su di lui un incantesimo di morte apparente. Il suo spirito si trovava ora in Fairyland, nel regno delle fate, ma poteva essere liberato. Di lì a poco, infatti, si sarebbe celebrato il battesimo del figlio di suo cugino.

“Io ti apparirò sulla porta della chiesa” disse Kirk ” tu devi lanciare verso di me un coltello”. Questo avrebbe reciso la magia delle fate e avrebbe permesso a Kirk di venire liberato. La cosa si svolse esattamente come l’uomo aveva detto, e tutti i presenti videro la sua presenza evanescente. Ma suo cugino, troppo sbalordito, non ebbe la prontezza d’animo di fare quello che gli era stato detto.

Kirk allora scomparve, stavolta per sempre, prigioniero in eterno del regno delle fate. D’altro canto, per i popoli di origine celtica il Tir na Nog, o Avalon, è insieme regno dei morti e regno delle creature magiche. Perché le fate rapirono Kirk? Si ipotizza che non abbiano gradito il fatto che lui volesse svelare tutti i loro segreti. Evidentemente il momento del ricongiungimento tra mondo fatato e umano non era ancora giunto.

Solo una leggenda?

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Fonte: hiveminer.com

I tempi si sono fatti cupi e aridi, ma fino a pochi decenni fa nella contea in cui si trova Aberfoyle tutti credevano alla storia del pastore rapito dalle fate. Si dice che la sua tomba sia vuota e che sia stata riempita di sassi. D’altro canto un settimo figlio non poteva che essere speciale, così come tramanda la tradizione.

Una donna che durante la Seconda Guerra Mondiale andò a vivere nella casa che era stata del ministro, e che era incinta, si diceva convinta che quando suo figlio sarebbe nato e sarebbe stato battezzato, il reverendo Kirk sarebbe stato liberato. La collina di Doon Hill, che è quella sulla quale il reverendo sarebbe stato rapito, oggi è occupata da un grande pino.

Si dice che quella è la forma terrena che il pastore ha conservato dopo il rapimento. Se si sussurra un desiderio segreto del cuore all’albero, questi ha il potere di realizzarlo. E non si può negare che quel luogo abbia davvero un’aura magica, come se le fate dovessero spuntare da un momento all’altro fuori dai cespugli.

Oggi nessuno più crede alla storia del reverendo rapito dalle fate. Strano, perché il suo libro invece è un inno alla fede: non la fede in Dio, ma la fede nel fatto che a questo mondo c’è molto più di quello che incontrano gli occhi. Il pastore non è stato rapito: da privilegiato, ha avuto l’accesso a quell’altro mondo in quanto amico delle fate.

Il regno segreto

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Fonte: http://faeryfolklorist.blogspot.com

L’aspetto più affascinante delle credenze scozzesi e celtiche è l’idea che ci siano diversi piani di realtà, che non sono indipendenti. Essi sono collegati da un sottile filo invisibile per quanto solo occasionalmente gli umani possano varcare il confine. A tale scopo sono necessarie speciali “porte”: una coltre di nebbia sul mare, un cerchio di funghi dove le fate danzano con la Luna Piena.

Quello che c’è di là non è meno concreto di quello che c’è di qua, anzi. Ha una concretezza ancora più profonda, in quanto semplicemente noi non potremmo esistere se prima non ci fosse stato il popolo fatato. Il nostro percorso ci conduce lì, attraverso varie strade. Il reverendo Kirk ci è solo arrivato un po’ prima.

E il suo “Il regno segreto”, per quanto incompiuto, è una sorta di guida di viaggio. Ci insegna a lasciarci guidare dal sesto senso, dalla seconda vista, a vivere in un mondo più vasto e più interessante. Un vero peccato che nessuno più creda alla storia del reverendo Kirk. La sua anima che vive in un pino anela solo a realizzare ogni nostro desiderio: basterebbe chiedere e – soprattutto – credere.

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