Il Cromlech di Mzora, la tomba di Anteo

Quando si parla di siti megalitici molto spesso si tende a trascurare l’Africa (eccezion fatta che per l’Egitto, s’intende). Invece uno dei luoghi più interessanti, anche alla luce della ricerca delle tracce della perduta Atlantide, si trova in Marocco. Parliamo di un cerchio di pietre, o cromlech, che si può tranquillamente assimilare a Stonehenge. Anzi, c’è chi dice che sia stato costruito dagli stessi uomini che hanno eretto Stonehenge e altri megaliti in Inghilterra, Irlanda e Francia.

Il cerchio di pietre di Mzora

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Fonte: dostoyanieplaneti.ru

Il sito archeologico di Mzora (che viene traslitterato spesso anche come Msoura, M’zora, Mezora) si trova in Marocco, non lontano dalle coste atlantiche. Si colloca esattamente a 11 chilometri dalla città di Asilah e a 27 da un altro interessante sito archeologico, le rovine di Lixus. La zona è impervia, lontana da altri luoghi di interesse turistico e di conseguenza difficilmente raggiungibile. Possiamo attribuire a questo la sua scarsa notorietà, nonostante il suo incredibile fascino.

Il cerchio di pietre di Mzoura comprende 168 monoliti eretti e disposti in forma circolare, ma originariamente dovevano essere di più (175). Come sovente accade, il cerchio disegnato non è perfetto ma è più che altro un’ellisse che misura 59,29 metri sull’asse maggiore e 56,18 metri su quello minore. La pietra più alta raggiunge i 5 metri, e si pensa che il sito risalga all’epoca neolitica. Al centro del cerchio vi è un tumulo, con molta probabilità però successivo all’erezione del cromlech.

Il sito iniziò ad interessare viaggiatori e archeologi fin dai primi decenni dell’Ottocento, ma colui che iniziò a fare degli scavi degni di questo nome fu César Luis de Montalban nel 1935. Opera sua sembra essere quella sorta di “croce” che ora si può notare osservando il cromlech dall’alto. Montalban non pubblicò mai gli esiti dei suoi studi in quanto i suoi lavori vennero interrotti dallo scoppio della Guerra Civile in Spagna. Altri scavi furono eseguiti negli anni Cinquanta, da cui emerse il possibile legame con Stonehenge.

Il gigante Anteo

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Fonte: dostoyanieplaneti.ru

Paradossalmente, il cerchio di pietre di Mzora era molto più famoso in epoca romana, come testimonia nelle sue cronache lo scrittore Plutarco. Questi redasse nel I secolo dopo Cristo il libro “Vita di Sertorio”, che ripercorreva le vicende di questo condottiero romano. Secondo quel che riposta Plutarco, fu Quinto Sertorio a venire a conoscenza del fatto che al centro del cromlech era sepolto il gigante Anteo. Il generale romano verificò che in effetti lì era sepolto un gigante.

Anteo, secondo la mitologia greca e romana, era il figlio del dio Poseidone e della dea Gea, ovvero della madre Terra. Governò la Libia fin quando non venne ucciso da Ercole/Eracle. In base al resoconto di Plutarco, Sertorio trovò sepolto un essere alto quasi trenta metri (sessanta cubiti, secondo l’unità di misura usata dai romani). Non profanò la tomba, ma lasciò il corpo lì dov’era.

Gli archeologi naturalmente non credono a questa storia, ma pensano che il cromlech fosse diventato il luogo di sepoltura di personaggi importanti per la civiltà locale. C’è però anche chi ha osservato che, come Stonehenge, anche Mzora presenta un orientamento stellare: alcuni pilastri sono infatti collocati in modo da essere orientati verso il tramonto o l’alba dei solstizi e degli equinozi.

Goffredo di Monmouth

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Fonte: dostoyanieplaneti.ru

Goffredo di Monmouth è un famoso scrittore britannico vissuto nel medioevo; nel suo libro “Historia Regum Britanniae”, parlando dei megaliti irlandesi, così scrive “i giganti antichi li portarono qui dalle lontane coste dell’Africa, e li collocarono in Irlanda, dove si stabilirono”. Questo rappresenta un altro possibile legame tra Mzora e Stonehenge, e i numerosi altri cerchi di pietre che si trovano nel mondo anglosassone e irlandese. Ad avvalorare questa ipotesi ci sono anche alcune peculiarità costruttive.

Si è calcolato, infatti, che nel disegnare l’ellisse di Mzora si sono usati i rapporti del triangolo di Pitagora, esattamente come accade per i cromlech del Nord Europa. Si può quindi davvero credere che una razza di persone giganti abbia percorso il globo dall’Africa all’Irlanda? Ad avvalorare la presenza dei giganti in Africa, c’è anche un’altra testimonianza. Viene riporta da Peter Kolosimo nel suo libro “Terra senza tempo”.

Qui riporta la vicenda del capitano francese Lafanechère che si trovava di stanza in Marocco, e più precisamente ad Agadir. Qui trovò un deposito di armi da caccia che avevano dimensioni e peso spropositati per un uomo normale. Secondo i suoi calcoli, ci sarebbero voluti uomini alti almeno quattro metri per maneggiare simili attrezzi. Altra testimonianza che parla di giganti in Africa, e più esattamente a Zanzibar, è quella di Marco Polo, il celebre viaggiatore veneziano autore de “Il Milione”.

Sulle coste dell’Atlantico

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Fonte: dostoyanieplaneti.ru

Come sempre accade in questi casi, non è facile dare una datazione delle pietre. Il cerchio di pietre di Mzora potrebbe essere molto più antico di quanto non si pensi. Ci sono molti elementi che fanno riflettere: il suo legame con siti simili collocati molto più a nord e la leggenda (ma c’è persino una testimonianza storica) che dice che fosse il luogo di sepoltura di un gigante. E non un gigante qualunque, ma del figlio di Poseidone. Anche Atlante, primo re di Atlantide, era il figlio di Poseidone.

Mzora si trova sulle coste dell’Oceano, a poca distanza dal luogo dove, sempre secondo la narrazione di Platone, avrebbe dovuto trovarsi Atlantide. Secondo molte tradizioni, esisterebbe anche un legame tra la civiltà egizia e l’Irlanda, così come esiste tra i megaliti irlandesi e quelli africani. Mzora è un sito negletto, poco considerato, ma che sembra avere molto da raccontare.

Sappiamo che il Marocco è stato abitato fin dall’8.000 avanti Cristo, e le tribù dei Berberi, che qui vivono, hanno tratti somatici poco simili al resto della popolazione africana. Gli indizi che inducono a pensare ad un’origine remota e ancora da scoprire. Un’origine che qualcuno definirebbe mitologica, ma che forse appartiene solo ad un’altra storia, ancora da scrivere.

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