Noè, l’Arca e il “mito” del Diluvio Universale

Tutti noi conosciamo il racconto biblico di Noè, l’Uomo saggio e retto che Dio scelse per salvare l’umanità. Dando per assodata una lettura puramente allegorica della Bibbia, e non storiografica, c’è però un quesito che rimane aperto: perché il Diluvio Universale è un racconto che compare non solo nella tradizione ebraico-cristiana, ma in quasi tutte le culture del mondo?

Il Diluvio e l’Arca

diluvio noe

Fonte: askgramps.org

La Bibbia è il libro sacro della religione ebraica e in seguito, con l’aggiunta del Nuovo Testamento, è diventato anche il testo di riferimento per la religione cristiana. La Bibbia è divisa in numerosi libri (da cui il suo nome che in greco vuol dire, letteralmente e semplicemente “libri”) il primo dei quali si chiama “Genesi” e racconta il modo in cui Dio creò l’Uomo e la Terra.

Dal capitolo 6 la Bibbia racconta una storia davvero angosciante. Pare infatti che ad un certo punto Dio si fosse pentito della sua creazione, trovando che l’uomo era in grado solo di concepire “pensieri malvagi“. Pensò dunque di annullare tutto: era in suo potere farlo. Però c’era un uomo che egli riteneva giusto, il vecchio Noè. Aveva 600 anni all’epoca dei fatti. Dio avvisò Noè che avrebbe mandato un grande “diluvio” sulla Terra.



Il diluvio avrebbe ucciso tutti e sommerso ogni cosa, ma Dio ordinò a Noè di costruire un’imbarcazione speciale, un’arca. Gli fornì i dettagli per la costruzione, misure comprese. L‘arca era una sorta di “sommergibile” che non sarebbe affondato nemmeno se capovolto. Noè e i suoi figli Sem, Cam e Jafet si misero al lavoro. Sempre dietro gli ordini di Dio, caricarono sull’arca le coppie degli animali della Terra e attesero.

Piovve per quaranta giorni e quaranta notti e le terre emerse vennero ricoperte dall’acqua dei mari. Tutte le creature viventi morirono. Le acque ristagnarono poi per 150 giorni, fino a che Dio mandò un forte vento che le fece ritirare. Erano sopravvissuti Noè, i suoi figli e le loro famiglie che ripopolarono in seguito il pianeta. Per assicurare che non sarebbe mai più successo nulla di simile, Dio disegnò un arco colorato tra le nubi: l’arcobaleno.

Una mitologia ricorrente

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Fonte: kumareon.wordpress.com

Questo è il racconto biblico, ripercorrendo le orme del quale molti archeologi si sono avventurati sulle vette dei monti per cercare il luogo di approdo dell’arca. Il monte Ararat, che si trova in Turchia (il cui nome corrente è Agri Dagi), è stato meta di molte spedizioni che hanno rinvenuto pezzi di legno, la cui datazione però resta incerta.



C’è dunque chi prende le parole del testo sacro alla lettera e chi invece le considera solo una narrazione mitica. C’è però anche una terza via percorribile, ed è quella del ricordo primordiale di un evento realmente accaduto e poi trasfigurato con il tempo. Ad avvalorare questa tesi c’è la singolare ricorrenza del “mito del diluvio” in numerose civiltà umane.

Ancor prima che nella Bibbia il diluvio è raccontato nell’epopea di Gilgamesh, un poema epico di epoca sumerica elaborato dai popoli della Mesopotamia. Gilgamesh è un eroe leggendario a cui viene raccontata la storia di un’alluvione causata dagli dei, che aveva come scopo la distruzione della razza umana. Ma questa potrebbe essere solo una coincidenza, tra l’altro in territori geograficamente simili: i redattori della Bibbia potrebbero essersi ispirati alle leggende sumere.

Il diluvio nelle diverse culture

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Fonte: nn.wikipedia.org

Il fatto davvero interessante è che la vicenda di un diluvio, un’inondazione, un cataclisma legato al sollevamento delle acque, è presente anche in tante altre culture. Nella mitologia greca c’è il mito di Deucalione e Pirra; nelle leggende egizie si parla di un’inondazione terribile voluta dagli dei. Nella tradizione induista si narra di Manu, che sopravvisse ad un diluvio grazie agli avvertimenti del pesce Matsya.



In America sentiamo parlare di diluvio in tutte le religioni delle civiltà precolombiane. Per gli Aztechi e i Maya il tempo dell’uomo si divideva in quattro grandi ere, la quinta è quella in corso. La quarta si era conclusa con una grande inondazione. La tribù Hopi ancora oggi ricorda un’alluvione da cui alcuni uomini si salvarono nascondendosi dentro della canne.  In Cina, Malesia, Australia e Nuova Zelanda le tradizioni locali rammentano un diluvio accaduto molto lontano nel tempo, all’origine dell’umanità.

Tale ricorrenza non può essere casuale, ed è convalidata da alcuni indizi più o meno chiari. Ad esempio, c’è chi dice che l’erosione della grande Piramide di Giza possa essere dovuta al moto delle onde. Si può essere miscredenti quanto si vuole, ma sembrerebbe essere molto probabile che un “diluvio” debba esserci stato, in un remoto passato.

Cos’è stato davvero il diluvio

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Fonte: http://mythdancer.blogspot.com

Quando si esce dal reame delle leggende si entra in quello delle ipotesi. La scienza ha ipotizzato molti possibili eventi cataclismatici che possono aver dato origine a queste mitologie che parlano di un innalzamento delle acque. Non è detto infatti che si sia trattato di piogge torrenziali. Tale innalzamento potrebbe essere stato causato dallo scioglimento dei ghiacci, dalla caduta di un meteorite, da un qualche sommovimento delle zolle tettoniche sottomarine o da uno tsunami.

La possibile esistenza di un continente, o di una grossa isola (Atlantide?) sprofondata in mare a seguito di un innalzamento del livello delle acque viene corroborata dalla “mitologia” del diluvio. Ancora una volta si compone un puzzle di cui molti pezzi sfuggono, ma molti altri si incastrano in modo sorprendente.

Certamente desta molta impressione il fatto che le storie della Bibbia e della civiltà mesopotamica assomiglino tanto a quelle delle popolazioni americane. Questo sembrerebbe smentire chi ritiene che il diluvio biblico si leghi ad un‘esondazione del Mar Nero, che risulterebbe troppo geolocalizzata per poter assumere le proporzioni di “universale”.

Nel grande punto interrogativo che resta, e che ci spinge ad alzare gli occhi fino al monte Ararat e nelle profondità dell’Atlantico, resta però una consolazione. Ogni volta che un arcobaleno si disegna nel Cielo possiamo ben sperare che la nostra fine non sarà causata dalle acque, perchè dal diluvio in poi esse sono diventate solo fonte di vita e non più di morte, per lo meno  non di morte universale.

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