La Grotta della Sibilla: Piccolo Itinerario per i Futuri Viaggiatori

Forse potresti pensare che quando parlo della “Grotta della Sibilla” parlo di un luogo leggendario, legato a favole e racconti e niente più. Ti stupirà sapere che la Grotta della Sibilla  è invece un luogo fisico che puoi anche visitare: solo fino al suo ingresso, però, perché dentro non si può più entrare. Per quale motivo? Seguimi e te lo racconterò.



La Montagna Sacra

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Fonte: www.cronachemaceratesi.it – foto scattata dal gruppo The X Plan nota come “l’Urlo della Sibilla”

Non ci deve stupire il fatto che Sibilla abbia deciso di trovare alloggio tra le montagne, e non solo, proprio all’interno di una grotta. Già i Druidi celtici sapevano che le grotte sono i luoghi migliori per entrare in contatto con gli stadi superiori dell’esistenza. Dentro le grotte, infatti, si è al riparo da influssi geomagnetici che potrebbero interferire con la comunicazione.

La Grotta in cui abita la profetessa si trova quasi sulla cima del Monte che porta il suo nome, a 2150 metri. Qui è ancora visibile l’ingresso che però dagli anni Cinquanta è praticamente inaccessibile, mentre le precedenti spedizioni erano riuscite a penetrare nel vestibolo che avrebbe dovuto dare l’accesso alla Grotta vera e propria. Alla Grotta non si può più arrivare da molti secoli prima, quando, si narra, un terremoto la fece crollare, o qualche papa troppo zelante pensò di mettere fine a quella tradizione pagana.



Accadde infatti che i maldestri tentativi di aprire il passaggio finirono solo per danneggiare ulteriormente la stabilità già compromessa, al punto da impedire agli escursionisti di procedere oltre. Ci si potrebbe chiedere: ma esiste davvero la grotta là dietro? La risposta è , perchè numerose sono le testimonianze del passato, ma anche del presente.

Dal Guerino ai Giorni Nostri

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Fonte: http://www.sibylla.it – un escursionista quando l’ingresso alla Grotta ancora era libero

Fu Andrea da Barberino a descriverci per filo e per segno che cosa doveva sopportare il valoroso cavaliere per arrivare al cospetto della Regina Sibilla. Guerino, una volta oltrepassato l’ingresso, viene colto da sonno e la sua candela si spegne: il suo percorso ha inizio. Quando si sveglia, sente rumore di acqua che cade. Proseguendo incontra un ponte molto lungo, ma stretto, apparentemente infinito. Superato il ponte trova due dragoni di pietra che sorvegliano l’ingresso del regno magico, e poi sette porte di metallo che sbattono senza sosta, mosse dal vento. L’ululato del vento lo accompagna in ogni suo passo.

Il viaggio di Guerino così descritto è un chiaro viaggio iniziatico, in cui l’Uomo, per avvicinarsi alla Verità, deve superare delle prove e le forze naturali (Aria, Acqua, Fuoco, Terra). Ma a ben vedere è anche un viaggio decisamente fisico. Molti anni dopo fu Antoine de La Sale a fare quello stesso percorso, di cui lasciò una dettagliatissima traccia nel suo libro “Il paradiso della Regina Sibilla” (1420).



Anche se De la Sale non parla di ponti e dragoni, egli descrive minuziosamente l’ambiente che trova dopo l’ingresso: una sala con tre gradini che scendono e dei sedili scolpiti, non naturali ma artificiali, ovvero realizzati da mani umane. Lì, riporta il viaggiatore, sono incisi molti nomi di chi prima di lui si era avventurato fin lassù. Lui stesso lasciò le sue iniziali.

L’ultima descrizione dettagliata della sala di accesso alla grotta risale all’agosto del 1946, ad opera di Cesare Lippi Boncampi. Il Boncampi tracciò anche una mappa, accompagnata da una minuziosa descrizione. Nella descrizione parla di un “corridoio inclinato” e di uno “stanzone”. In fondo allo stanzone c’è un pertugio che conduce all’aperto, e altri passaggi ostruiti.

Negli anni successivi altri escursionisti, speleologi e studiosi sono tornati sulla vetta del Monte Sibilla nella speranza di trovare una nuova via di accesso anche quando questa apparve inevitabilmente preclusa, ma senza esito. Le nuove tecnologie hanno però fornito un valido supporto: nel 2000 l’Università di Camerino ha eseguito dei rilievi al georadar che hanno confermato la presenza di labirintiche cavità ipogee a circa 15 metri di profondità.

Mostraci la Strada, Sibilla

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Fonte: http://www.neveappennino.it – l’ingresso alla Grotta come appare oggi

Negli anni si sono susseguite molte petizioni e richieste alle autorità per tentare di riaprire a grotta, tutte misteriosamente cadute nel vuoto. Qualcuno non vuole che il culto di Sibilla riprenda vigore? C’è chi ha interesse ad impedire ai viandanti di giungere fino a lei? O si parla banalmente di mancanza di soldi?

Tante ipotesi, una sola certezza: ogni cuore puro, se vuole, può trovare la strada fino alla Grotta della Sibilla. Ella risiede lì, da secoli, nei secoli. Ella non ha sbarrato la strada: non vuole che giungano a lei semplici curiosi, turisti chiassosi per fare dei selfie. Non vuole che la sua vetta sia turbata dallo squillo dei cellulari o calpestata da piedi sacrileghi. La via a lei resta sempre un percorso iniziatico.

Sibilla esige rispetto del genius loci e fede: solo quando questi due fondamentali requisiti saranno rispettati essa concederà di nuovo il passo verso le sue aule fatate, dove la sua corte continua a condurre una vita di letizia. Nel frattempo aspetta, perché sa che il tempo è una Ruota e che verranno nuovi cavalieri ad attraversare il ponte che la separa dal Mondo degli Umani.

E anche tu, fedele della Sibilla, attendi con fiducia. Ella non ci ha abbandonati, resta vigile sotto la Montagna. E se a volte le ombre delle vette si allungano in modo strano, puoi stare certo che è Lei che vigila, veglia, ammonisce, e che ancora parla al cuore di chi vuole ascoltare.

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