Aleister Crowley e l’Eone di Horus

I tarocchi sono carte che vengono usate dai veggenti per “predire il futuro”. Le cose, in verità, sono un po’ meno semplci: i tarocchi hanno un significato esoterico molto complesso che nel tempo è andato perduto, fino ad acquisirne uno molto più “mondano”. Ci fu però qualcuno che cercò di ripristinarne l’antica profondità: si tratta di Aleister Crowley. Figura quantomai ambigua, ma indubbiamente geniale, oggi viene spesso fraintesa. Cerchiamo di scoprire qualcosa di più su Aleister Crowley e l’Eone di Horus, di cui si diceva vessillifero.

La “Grande Bestia” o 666

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Fonte: internopoesia.com

Il primo appellativo che si sente avvicinare al nome di Aleister Crowley è quello di “Grande Bestia“, e non si può negare che sia vero: era lui stesso che se lo attribuiva (insieme a “666“). L’equazione successiva è che Crowley sia stato un satanista, e che abbia posto le fondamenta di tutti i movimenti satanisti contemporanei. Ed è qui che le cose cominciano a complicarsi e che bisogna fare un po’ di chiarezza.

Aleister Crowley nacque con il nome di Edward Alexander nel 1875 in Inghilterra, da una famiglia benestante e molto religiosa. Quasi fin da piccolissimo, al contrario, lui cominciò a sviluppare una sorta di repulsione nei confronti delle regole imposte dalla religione, e a nutrire un interesse vivace e spiccatissimo per la magia e l’occultismo. Fu la madre a definirlo per prima “Bestia”, e lui si prese il nomignolo di buon grado, e anche con una certa gioia.

Specie dopo la morte del padre, il suo percorso cominciò a distaccarsi in modo molto deciso da quello della sua famiglia. Dopo gli studi di letteratura cominciò ad approfondire i suoi interessi e a soli 23 anni entrò a far parte del gruppo di Alba Dorata (Golden Dawn). Questa era una società segreta i cui membri veniva iniziati ad alcuni “misteri” legati al mondo delle conoscenze occulte.

Più o meno in questo periodo, Crowley acquistò Boleskine House, magione tristemente nota fino ai giorni nostri per essere stata “maledetta” dalla sua presenza. Non vi dimorò però a lungo, poiché Crowley amava viaggiare e si recò in Messico con la moglie, sposata da poco. Nel frattempo entrava a far parte di altre associazioni massoniche e non, ma in realtà il suo percorso continuava in maniera indipendente e personale.

L’incontro con Aiwass

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Fonte: www.3pietre.it

La vita di Crowley assume una nuova direzione ben precisa nel 1904, quando fece un viaggio in Egitto. Chissà perché non ci stupisce sapere che proprio in questa terra magica e lontana l’uomo ebbe una sorta di “illuminazione”. Crowley e sua moglie, Rose Edith Kelly, decisero di passare una notte intera all’interno della Piramide di Giza, in quella che viene definita la “stanza del Faraone”. Qui la donna entrò in trance.

Si mise in contatto con lei uno spirito che disse di chiamarsi Aiwass, che le dettò i suoi insegnamenti, che in seguito sarebbero conferiti nel The Book of The Law. In questa occasione Crowley cominciò a costruire il complesso castello teorico che fa da sfondo a tutta la sua opera successiva. Fondò infatti la sua religione che chiama Thelema. Thelema è una parola greca che vuol dire “volere, volontà”. Il “comandamento” basilare di Thelema è “Do what thou wilt shall be the whole of the Law” (Fa ciò che vuoi sarà tutta la Legge).

La frase non è un conio originale di Crowley, ma fu scritta da Francois Rabelais nel XVI secolo. Ma è da qui che nasce tutto il grande fraintendimento attorno alla figura di Aleister Crowley. Un simile motto potrebbe sembrare un inno all’anarchia: in verità è solo espressione di una profondissima fede nella capacità di autodeterminazione dell’Uomo. Non esistono dei né profeti: ognuno di noi ha in se stesso la capacità di decidere del suo destino e del suo futuro.

In base agli insegnamenti impartiti da Aiwass, l’Umanità stava facendo il suo ingresso nell’Eone di Horus: un’età in cui si sarebbe affrancata dalle pastoie che società, religione, condizionamenti sociali hanno imposto sulla sua anima. Attraverso un percorso lungo, e doloroso, l’Uomo infine avrebbe riscoperto ciò che era nato per essere. Una creatura totalmente libera, in grado di discernere il bene dal male solo attraverso una discesa profonda nel suo Io interiore.

L’Abbazia di Thelema e la fine

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Fonte: Pinterest

Dopo l’Egitto, fu la volta degli USA. Soffiavano forti i venti della Prima Guerra Mondiale, e Crowley trovò oltre oceano la sua libertà, mentre metteva a punto i dettami della sua nuova religione. Quando nel 1920 tornò in Europa decise di trasferirsi in Italia, a Cefalù, dove trasformò una vecchia villa nella sua “abbazia di Thelema”. Gli anni italiani contribuirono ad accrescere ancora di più la sua fama di uomo dissoluto e pervertito.

Si parlava addirittura di sacrifici umani, bambini, nello specifico. Per certo nella chiesa di Thelema vigeva un’assoluta libertà sessuale in cui tutto veniva tollerato, a patto che i partecipanti fossero sempre consenzienti e mai costretti. La gente di Cefalù mal tollerava questo atteggiamento libertino, e alla fine, con l’instaurarsi della dittatura fascista, Crowley fu cacciato dal Paese. L’Abbazia di Tehelema è rimasta abbandonata, ma è luogo di culto per i satanisti moderni.

Dopo qualche altro vagabondaggio, Crowley tornò in Inghilterra dove morì a 72 anni nel 1947, povero e malato. Anche la sua morte è caratterizzata da un piccolo “giallo”. Il medico che lo aveva in cura morì poche ore dopo il suo paziente. Si dice che Crowley gli avesse scagliato addosso una maledizione che ne aveva causato la prematura fine. Da quel momento, la figura di Crowley ha cominciato ad assumere contorni sempre più fantasiosi.

La sua vita indubbiamente border line, insofferente e indifferente a qualunque tipo di costrizione e del tutto autonoma, fece in modo che venisse trasformato in una sorta di icona pop simboleggiante l’anticonformismo ad ogni costo. Non è un caso se i suoi insegnamenti, e la sua stessa immagine, sono stati ripresi più e più volte anche nell’ambito del mondo dello spettacolo. Tutto questo però non ha fatto altro che disperdere il suo vero insegnamento, ciò che davvero Crowley aveva voluto fare con la sua vita.

I tarocchi di Toth e l’Eone di Horus

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Fonte: Pinterest

Il fulcro di Thelema è tutto racchiuso nel The Book of the Law, la gran parte del quale è scritta con un cifrario numerico che lo stesso Crowley diceva di non essere in grado di decifrare. A seguito del “colloquio” con lo spirito Aiwass nella Grande Piramide, Crowley lavorò anche all’ambizioso progetto di creare un “suo” mazzo di tarocchi. Collaborò con l’artista Frieda Harris per dare una rinnovata lettura degli Arcani.

L’Arcano centrale, nella concezione del mondo di Crowley, era il 20, chiamato “l’Eone”. Crowley, seguendo gli insegnamenti di Gioacchino da Fiore, dice che la storia dell’Uomo è divisa in tre grandi Eoni, che insieme compiono il “ciclo platonico” di 25.920 anni. Il primo eone, l’Eone di Isis, è terminato all’incirca nel 255 avanti Cristo ed è stato caratterizzato da una struttura matriarcale della società. Ne è seguito l’Eone di Osiris, fino al 1900 dopo Cristo, caratterizzato invece da una struttura patriarcale.

Il terzo Eone, quello attuale, è l’Eone di Horus. L’archetipo di Horus è quello della ribellione, che Eone dopo Eone, Era dopo Era, viene incarnato in uomini o donne straordinarie che rivendicano la più profonda verità, e libertà, dell’animo umano. L’esordio di un Eone è sempre turbolento, scrive Crowley in un’altra delle sue opere, “Magick in Theory and Practice”, poiché ogni nascita non è priva di dolore, e sangue.

Ma è solo quando lo spirito di Horus rinasce che l’Uomo cessa di limitarsi, di castrare i suoi pensieri e le sue emozioni, così come la società gli impone di fare. Sopprimere il “lato oscuro” serve solo a renderlo spaventoso e più potente. Accogliendolo e abbracciandolo, l’Uomo si conosce nella sua interezza e adempie al suo percorso, trovando la sua tempra. Questo percorso però è solitario: nessuno lo può insegnare, ognuno lo deve trovare da solo.

Una carica rivoluzionaria

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Fonte: radionoticia.fm.br

Se dunque si va oltre gli orpelli di una vita sregolata, di gesti eclatanti ed esagerati volti a scardinare l’ordine costituito per realizzarne un altro, uno nuovo, più “naturale” per l’Uomo, ecco che la figura di Aleister Crowley ci appare in tutta la sua scandalosa rivoluzionarietà. Scandalosa non perché praticasse magie sessuali, o si accoppiasse con indifferenza con uomini e donne. Lo scandalo sta nell’affermare una verità che ancora oggi continua ad essere soffocata.

L’Uomo possiede in sé tutti gli elementi che servono affinché possa adempiere alla sua Missione nell’Universo, in quanto parte di quello stesso Universo. L’errore sta nel cercare di irretire la sua anima, di darle dei paletti e dei vincoli: l’errore sta nel far credere che siamo fatti solo di fango, e non anche di povere di stelle. Anzi, Crowley dice che ognuno di noi è una “stella” (Star).

Every man and woman is a star…that is to say, every human being is intrinsically an independent individual with his own proper character and proper motion

Ogni uomo e donna è una stella… vale a dire che ogni essere umano è intrinsecamente un individuo indipendente, con il suo proprio carattere e il suo proprio modo di essere

Questo vuol dire che ogni “indottrinamento di massa” (che difatti Crowley non ha mai messo in atto) è una forzatura alla natura dell’Uomo. “Do what thou wilt shall be the whole of the law” non è quindi un inno a fare ciò che si vuole sic et simpliciter, ma un invito a spogliarsi delle sovrastrutture, a liberarsi dei condizionamenti mentali per pulire il proprio Io e spalancare le Porte della Percezione.

Tutto questo è condannabile o scandaloso? Secondo un certo modo di vedere le cose, sì. Ma per chi è alla Ricerca, per chi desidera trovare la Verità e sollevare il velo di Maya, è l’unica strada percorribile. Anche se pericolosa, spesso incompresa, di certo molto meno comoda di altre.

No matter to what depth I plumb, I always end with my wings beating steadily toward the sun

Non importa quanto in profondità io scavi: va sempre a finire che le mie ali mi portano dritto verso il Sole

Un commento:

  1. Molto interessante: solo se la smettiamo di dare ascolto a PAPI, MUEZINI, RABBINI, ECC. potremmo riconoscere in noi la capacità che abbiamo di creare (maneutica) e scoprire modi di vita che possano emancipate pacificamente l’umanità. Sarebbe un modo per “sconfiggere” il degrado del razzismo e delle guerre di religione.

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