Statue e Favole: perché la Storia la fanno anche i Sogni

Nelle piazze italiane le statue che puoi trovare sono sempre di personaggi storici. Qui trovi un Garibaldi, là un Marco Aurelio. A volte omaggiamo poeti e scrittori eccelsi, come Dante Alighieri. Solo sporadicamente troviamo personaggi biblici o leggendari, come il Davide di Michelangelo. Ma ci sono anche altri personaggi che andrebbero ricordati: ad esempio, quelli delle favole.



Statue per Idee

La storia reale e la storia immaginata non sono due strade che vanno in direzioni opposte: l’una scorre parallela all’altra e la nutre. Ecco perché non bisognerebbe mai credere che la favole, le fiabe, le storie inventate e raccontate non siano “importanti”. Lo sono, eccome! Contribuiscono a creare il tessuto del mondo in cui viviamo non meno che gli eventi storici. Favole e realtà sono l’ordito e la trama dell’arazzo fantastico che è l’esistenza umana.

Così ci sono luoghi in cui le statue non sono dedicate a grandi condottieri o serissimi studiosi, ma a creature poetiche e fiabesche, che sono nate dalla punta della penna di qualcuno che  un giorno le inventò (o evocò?).

La Sirenetta che osserva il Mare

Sirenetta

A Copenaghen, in Danimarca, quando si entra nel porto cittadino si vede una piccola figura seduta su uno scoglio in fondo al molo. A ben guardare, si nota che le sue gambe sono in realtà una pinna di pesce. O viceversa?

Si tratta della Sirenetta, ritratta nel momento in cui si sta trasformando in umana. La sua triste storia fu narrata da Hans Christian Andersen nel 1837. La sirena si innamora di un umano, ma non avendo ricambiato il suo amore è costretta a trasformarsi in spuma di mare.



Al molo di Copenaghen la vediamo fissare il mare aperto, in attesa che torni il suo amato. Fu raffigurata così nel 1913 da E. Erksen, che prese a modello sua moglie. A volere la statua fu Carl Jacobs, proprietario della nota fabbrica di birra Carlsberg. Jacobs era rimasto commosso da un adattamento teatrale della storia della Sirenetta.

Oggi la statua è diventata il simbolo della città, e purtroppo è anche stata fatta oggetto di atti vandalici. Il suo fascino forse deriva dal fatto che, anche se è palesemente fatta di bronzo, tutti coloro che la avvistano si aspettano che la perfida Strega del Mare la liberi dall’incantesimo e le permetta di tornare a nuotare libera sul fondo del mare.

Il Bambino che non Voleva Crescere

Peter Pan

Non è facile trovare la statua di Peter Pan, che si cela nel cuore dei giardini di Kensington a Londra. Fu il suo creatore, James M. Barrie, a decidere che la statua dovesse essere eretta in quel punto, dove per la prima volta lo aveva incontrato. Il bambino che non voleva crescere si erge diritto su una roccia, ha una tromba in bocca e veste di foglie. Wendy lo osserva adorante.

La statua fu realizzata nel 1912 da sir George Frampton e appare agli occhi di chi passeggia tra gli alberi e le piante del parco come avrebbe potuto apparire Peter Pan in persona. Leggera, ironica e divertita, sembra pronta a prendere il volo, anche se è così ben ancorata a terra. Chissà, magari la notte Peter vola davvero lassù, oltre la seconda stella a destra.

Hamelin e i suoi topi

Pifferaio di Hamelin

Fonte: www.laputa.it

Secondo un’antica leggenda Hamelin, cittadina che si trova in Germania, in Bassa Sassonia, fu colpita da un’invasione di ratti. A liberarla fu un pifferaio che con il suono del suo strumento era capace di incantare qualunque creatura vivente. Accadde però che il pifferaio non fu pagato per il suo lavoro, dopo che Hamelin venne liberata. Per vendetta, usò il suo potere per portare via tutti i bambini della città.



Ad Hamelin oggi si trovano moltissimi luoghi che rievocano questa storia, che fu raccontata anche dai fratelli Grimm. Ad esempio, si può visitare la casa del famoso pifferaio, e nel museo locale ci sono molte informazioni in merito. Naturalmente, in una delle piazze cittadine non poteva mancare un’effigie del pifferaio che sta esercitando la sua arte, pronto ad irretire anche gli incauti passanti.

Il Paese delle Meraviglie

AliceA New York il Central Park cela moltissimi luoghi interessanti. Ad un certo punto ci si potrebbe imbattere anche in un fungo gigante su cui è seduta una bambina, circondata da buffi personaggi! Questa statua è dedicata ad Alice, la protagonista del libro di Lewis Carroll “Alice nel Paese delle Meraviglie”, che viene effigiata con due dei più stravaganti dei suoi compagni di avventure, la Lepre Marzolina e il Cappellaio Matto.

La statua fu eretta nel 1959 e oggi è la delizia di molte famigliole che vengono qui apposta per scattarsi qualche foto. Sono certa che ogni tanto qualche bambino abbia dato una leccatina al grande fungo, ritrovandosi improvvisamente ridotto a dimensioni microscopiche o ingigantito ad altezze mastodontiche! Sono rischi che si corrono, quando si ha a che fare con i mondi incantati.

I Musicanti di Brema

Musicanti di Brema

Fonte: worldcometomyhome.blogspot.com

A Brema, proprio davanti al municipio, c’è forse la statua più stravagante di tutte. Alla base si trova un asino: sulla sua groppa si erge un cane. Un gatto sta sopra il dorso del cane, e sul gatto un gallo solleva la sua testa crestata. Si tratta dell’effige dei Musicanti di Brema. La favola fu narrata dai fratelli Grimm, e racconta di questo gruppetto variegato che si incammina verso Brema.

Ognuno degli animali (asino, cane, gatto e gallo) è stato rifiutato e allontanato dal suo padrone perché ritenuto “inutile”. Ma ognuno di loro ha un talento musicale, e insieme sperano di poter entrare a far parte della banda di Brema, perciò si incamminano verso la città. Strada facendo incontrano una casa abitata da briganti. Gli animali hanno fame e per far scappare i briganti, e mangiare il loro cibo, fanno tanto chiasso da spaventarli!

La casa a questo punto è tutta per loro e il viaggio si interrompe: non arriveranno mai a Brema. Ma, a dire il vero, il finale è un po’ cambiato: oggi si trovano davvero a Brema, in una posizione di tutto rispetto, trasformati da animali reietti a simbolo della città.

Morale della Favola

Perché l’Uomo erige statue? Per celebrare qualcosa che ritiene importante. Perché le colloca agli incroci delle strade, o nelle piazze? Perché ciò che è importante possa sempre essere davanti ai suoi occhi. Perché dunque dedicare statue a creature inesistenti, effimere come un soffio di vento? Perché sono importanti e non vanno dimenticate.



Non viviamo soltanto di pane e carne, non è solo ciò che è tangibile che ci serve per andare avanti. Abbiamo bisogno di sogni e cose belle, di sirene che fanno da ponte tra mare e terra e di bambini che volano tra la terra e il cielo. Quelle statue, così solide, ci ricordano che anche i sogni hanno una loro solidità. Sono la base su cui costruire le nostre esistenze.

Un mito greco racconta di Pigmalione, che si innamorò di una statua e ottenne che diventasse una donna in carne e ossa, con cui si sposò ed ebbe dei figli. Anche tu hai il potere di far vivere quelle statue: ed esse possono darti i figli più splendenti che ogni uomo, o donna, possa partorire. Questi figli si chiamano Speranza, Futuro, Felicità.

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