Psicometria e studio del passato: gli oggetti parlano

La difficoltà maggiore che incontriamo nello studiare il passato sta nel fatto che – come in un’indagine investigativa – possiamo fare supposizioni e deduzioni. Non abbiamo testimonianze dirette: sarebbe bello avere una macchina del tempo. La macchina del tempo però forse esiste, anche se non ha l’aspetto che ci aspetteremmo. Sta nelle nostre mani e in una (pseudo) scienza chiamata psicometria.

Che cos’è la psicometria

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Fonte: en.parapsikoloji.net

Psicometria è un termine che viene usato in psicologia, ma anche nell’ambito delle realtà definite “paranormali”. Naturalmente la scienza ufficiale la etichetta come pseudoscienza, in quanto non esistono riscontri empirici o oggettivi della validità dei suoi assunti. La psicometria, detta in parola povere, è l’abilità di leggere il passato attraverso il tocco degli oggetti.

In realtà le cose sono un po’ più complesse di così. Chi possiede il dono della psicometria percepisce le sensazioni che emana l’oggetto, e che derivano da chi l’ha posseduto e usato. Si capisce che più l’oggetto è antico, più cose ha da “raccontare”. Il termine psicometria si compone infatti di due termini greci: “psiche”, che indica l’anima, e “metron” che vuol dire misura. Quindi la psicometria soppesa l’anima delle persone attraverso le cose che hanno posseduto.

La psicometria nasce nel 1842 sulla base degli esperimenti e delle teorizzazioni del professor Joseph Rodes Buchanan (1814-1899). Questi aveva elaborato la teoria secondo la quale gli oggetti possedessero una “memoria” che l’uomo poteva imparare a leggere. Per provare la sua idea fece tenere in mano delle provette ai suoi studenti. Nelle provette c’erano sostanze che i ragazzi dovevano indovinare. I risultati furono stupefacenti.

Elettrizzato dalle conferme che Buchanan trovò attraverso queste prove, scrisse “Manual of Psychometry: the Dawn of a New Civilization” (1855) che – a quanto ci risulta – non è mai stato tradotto in italiano. In questo scritto il professore paragona la psicometria alla geologia. La geologia studia i fossili di piante e animali; la psicometria studia le concrezioni dell’animo umano attraverso i secoli per raccontare un’altra storia dell’Uomo.

L’Alba di una nuova civiltà

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Fonte: www.liveabout.com

La visione del professore era dunque molto ampia: secondo lui la scienza mentale avrebbe surclassato quella empirica. La psicometria sarebbe diventata una filosofia, e avrebbe portato all’illuminazione del genere umano, alla vera comprensione del tempo e dello spazio. Il fascino delle sue intuizioni non si spense con la sua morte. A proseguire il suo lavoro fu William Denton, professore di geologia.

Denton usò la abilità di sua sorella, Ann Denton Cridge, per sperimentare la psicometria. Avvolgeva i reperti che stava studiando in dei pezzi di stoffa, poi lo collocava sulla fronte di Ann. La donna era sempre in grado di descrivere con estrema precisione cosa c’era avvolto nel tessuto. La più interessante teoria sul preciso funzionamento della psicometria fu però quella data dal medico tedesco Gustav Pagenstecher.

Una delle sue pazienti, Maria Reyes de Zierold, quando teneva in mano un oggetto cadeva in una sorta di stato di trance. Poteva ripercorrere i passi dell’oggetto, ripetere le sensazioni di chi lo aveva avuto per l’ultima volta. Sulla base delle osservazioni fatte sulla de Zierold, il dottore concluse che ciò che era in grado di sentire erano le “vibrazioni” della materia. La sua teoria ha il pregio di possedere solide basi scientifiche.

La scienza dice che tutte le cose – a livello subatomico – esistono come vibrazioni. Può darsi allora che azioni e emozioni vissute nel passato imbevano la materia, e che persone particolarmente sensitive siano in grado di percepirle. In pratica, il passato non va perduto, ma resta impresso nella materia stessa, e per questo è sempre presente e recuperabile.

Non esiste oblio

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Fonte: en.parapsikoloji.net

Vista in quest’ottica, la storia dell’Uomo assume un fascino tutto nuovo. Nulla cade nell’oblio, niente è davvero perduto perché continua a far parte del contesto in cui ci muoviamo. Pensate a quale carica di energia vibrazionale e psicometrica possono possedere monumenti antichi migliaia di anni, che hanno visto passare molti cicli umani. E la cosa più interessante è che tale energia, per quanto non la percepiamo coscientemente, fa parte delle nostre vite.

Il corpo umano amana campi di energia magnetica, e agisce dunque come un registratore. Quando tocca un oggetto che ha una lunga storia, può leggere le informazioni che vi sono contenute, come un mangiacassette fa con un nastro. E non è tutto: la psicometria diventa anche una forma di preveggenza. Perché quando si entra in connessione con qualcosa, se ne vede il passato, ma si può anche intravedere qualcosa del suo futuro.

La cosa più straordinaria è che ognuno di noi possiede il dono della psicometria, solo che abbiamo disimparato ad usarlo. In un mondo dove conta solo ciò che si vede e si tocca, non si pensa a cercare di percepire delle emozioni da quel tocco. In un mondo dove quasi non ci tocchiamo più gli uni con gli altri, abbiamo perso la capacità di entrare in connessione con l’energia che si muove tra gli spazi della matteria. Energia che è fatta anche di memoria.

Michael Talbot, scrittore statunitense che si interessava di fenomeni paranormali e autore di “The Holographic Universe”, in un articolo scrisse:

La connessione tra psicometria e aura si basa sulla teoria secondo cui la mente umana irradia un’aura in tutte le direzioni e intorno a tutto il corpo. Tale aura si proietta su tutto ciò che la circonda. Tutti gli oggetti, indipendentemente dal loro aspetto solido, sono porosi, presentano piccoli buchi. Queste minuscole fessure raccolgono frammenti dell’aura mentale della persona che possiede l’oggetto.

La Pedra Pintada e l’esperienza di Marcel Homet

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Fonte: www.roraima1.com.br

Marcel Homet è stato un noto antropologo francese, grande sostenitore dell’esistenza di un’antica civiltà assimilabile ad Atlantide. Homet scoprì in Brasile un reperto estremamente interessante chiamato “Pedra Pintada”, la pietra dipinta. Questa roccia è lunga 100 metri e alta 30 ed è molto antica: infatti sembra risalire a circa 12.000 anni fa. Quando fu riscoperta e datata, cambiò radicalmente le convinzioni fin lì nutrite dagli studiosi.

Infatti la Pedra Pintada, che si chiama così perché è ricoperta da disegni e graffiti, dimostra che la civiltà in centro America è nata assai prima di quanto non si credesse. Al di là dell’interesse archeologico che il reperto ha in sé, ai sensi della psicometria è anche luogo di una delle più incredibili manifestazioni di tale capacità umana.

Fu Homet a raccontare ciò che gli capitò negli anni Cinquanta, quando stava studiato la pietra. Homet era un accademico stimato, e non ci sarebbe stato motivo per cui dovesse inventare una storia del genere. Homet disse di aver avuto una sorta di visione, toccando la pietra. Si trovò ad assistere ad una processione che avanzava a colpi di gong, con persone vestite di bianco.

Poi sentì una voce dall’alto, e uomini altissimi si staccarono dal gruppo e si offrirono volontariamente ad un raccapricciante rito sacrificale. I sacerdoti infatti aprirono loro il petto, estrassero i cuori e li tagliarono a pezzi, spargendoli tutt’attorno. La Pedra Pintada ha rivelato parte del suo sanguinoso passato ad Homet? Secondo la psicometria, sì.

Prova a sentire

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Fonte: psychicschool.com

Ripetiamo che, per la scienza ufficiale, tutto quello di cui stiamo parlando nemmeno esiste. Nonostante il grande aiuto che la psicometria potrebbe dare alle indagini di Polizia, il suo utilizzo non è mai stato ammesso. Non ufficialmente. Chi pratica la psicometria resta così confinato nel ghetto dei “freaks”, dei fenomeni da baraccone che si esibiscono di tanto in tanto per divertire il pubblico.

Invece la psicometria potrebbe essere un dono innato dell’Uomo, e se riuscissimo a riappropriarcene la nostra visione stessa del mondo cambierebbe. Una volta che il mondo non avesse più segreti per noi, perché potremmo comunicare con rocce e pietre assorbendone i ricordi, la nostra modalità esistenziale non potrebbe restare invariata. Questa è “l’illuminazione” auspicata dal professor Buchanan.

Purtroppo però l’attuale civiltà ha deciso di mettere da parte certe capacità della mente umana per esaltarne altre. Non c’è una cosa giusta o una sbagliata, ci sono solo scelte diverse. Ognuno di noi è però libero di scegliere il suo percorso. E forse, precludendoci certe strade, ci priviamo di qualcosa che potrebbe essere davvero grandioso.

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