La piramide sommersa e l’Occhio di Dio

Nelle sue visioni, Edgar Cayce fece molte profezie. Una di esse riguardava Atlantide e la riscoperta di alcuni dei suoi resti sommersi. Disse che tra il 1968 e il 1969, al largo delle coste delle Bahamas, qualcosa avrebbe scosso le coscienze della gente. Sarebbero infatti state trovate prove del fatto che Atlantide è davvero esistita. Ecco dunque cosa è accaduto tra il 1968 e il 1970.

Una spedizione subacquea

piramide cristallo

Fonte: www.vbox7.com

Nel suo libro “Atlantide: l’ottavo continente” Charles Berlitz, uno dei maggiori studiosi in materia atlantidea, racconta di aver intervistato Ray Brown. Brown era un naturopata che viveva in Arizona che avrebbe senza dubbio condotto una vita ben lontana dai riflettori se non fosse stato per la sua passione per le immersioni subacquee. Anzi, per l’esattezza, la sua passione era la ricerca di tesori scomparsi.

Nel 1970 si recò con alcuni amici sub presso le isole Berry, che si trovano nelle Bahamas, e più esattamente nella zona denominata “lingua dell’Oceano”. Si tratta di una fossa oceanica che arriva fino a 1800 metri di profondità e che si sviluppa lungo l’isola di Andros. Brown e gli altri erano alla ricerca di galeoni spagnoli affondati, immaginandoli carichi di dobloni. Ma ciò che Brown trovò era qualcosa di molto diverso.



Ci fu uno spaventoso fortunale che sollevò grandi quantità di sabbia dal fondale e che distrusse tutta l’attrezzatura fotografica che il gruppo di spedizione aveva portato con sé. Brown decise di immergersi lo stesso e subito si trovò di fronte ad una serie di rovine antiche, ben fatte, che avevano l’aria di appartenere ad una civiltà evoluta. Giunse infine di fronte ad una piramide, che lui definisce simile a quelle egizie.

Nel racconto che Brown fa a Berlitz, prosegue dicendo che sulla sommità c’era un’apertura. L’uomo entrò e vide due mani metalliche che sorreggevano un cristallo di forma tonda. Brown lo prese, anche se intimorito, e poi tornò indietro. Di quella storia, per molto tempo, non ne fece menzione con nessuno, fino a qualche anno dopo, intorno al 1975.

L’Occhio di Dio

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L’Occhio di Dio in mostra l’11/11/11 a Los Angeles Fonte: http://www.crystalinks.com

Fu infatti intorno a quella data che Ray Brown decise invece di cominciare a mostrare il cristallo in pubblico. L’oggetto rinvenuto infatti aveva caratteristiche molto particolari. Nelle sue vicinanze, le bussole impazzivano. Era magnetico e respingeva gli oggetti metallici. Se si guardava al suo interno, si vedevano tre piramidi allineate. Guardando meglio, se ne vedevano quattro. Guardando da un’altra angolazione, si vedeva un occhio umano.

La pietra fu chiamata “l’Occhio di Dio” per questo motivo e coloro che hanno avuto la fortuna di assistere a uno degli eventi pubblici in cui fu mostrata raccontano di aver davvero potuto verificare le strane qualità del cristallo. Negli incontri, inoltre, Brown poco alla volta raccontò altri dettagli del suo ritrovamento, che sono riportati anche nel libro “Prepare for the landing” di Aurora e Michael Ellegion.



Brown infatti rettificò la data del ritrovamento, anticipandola al 1968. La spedizione in cui era imbarcato, precisò, era su una barca del noto esploratore Jacques Cousteau. Anche la località precisa del ritrovamento venne leggermente rettificata. Il particolare più curioso che emerse dai suoi nuovi racconti riguardava il momento in cui aveva prelevato il cristallo. Brown disse di aver sentito una voce che gli diceva “ora che hai ciò per cui sei venuto, vattene e non tornare più”.

Tanti dubbi e un cristallo misterioso

Secondo la maggior parte dei commentatori tutta la storia raccontata da Brown non è altro che una colossale bufala. L’uomo voleva cavalcare le affermazioni di Cayce per avere notorietà, è stato scritto, e si è inventato l’esistenza di una piramide che però nessuno più ha visto dopo di lui, per quanto, a sua detta, non si trovasse poi così in profondità.

Gli elementi che fanno dubitare della sua buona fede sono: le numerose variazioni che nel tempo ha effettuato al suo racconto; la fortunata coincidenza secondo cui tutte le attrezzature per fare foto o riprese erano andate distrutte; il fatto singolare che i sub che erano con lui siano tutti morti, e non possono né smentire né confermare la sua tesi. Senza contare il fatto che a lungo Brown non aveva parlato nemmeno con loro del suo ritrovamento.

Ma liquidare tutta la storia come una truffa ben congegnata non è così facile. Primo, perché non appare affatto così ben congegnata. Le discrepanze e i ripensamenti non sembrano propri di un mentitore professionista. Secondo, perché persino History Channel dedicò un servizio alla storia di Brown, suffragata dalle parole di Marcel Vogel, scienziato che ha lavorato per quasi trent’anni alla IBM. Terzo, perché il cristallo esiste davvero.

Una sfera con un occhio dentro

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Fonte: http://www.merkavator.com

Dopo la morte di Ray Brown, avvenuta nei primi anni Novanta, il possesso del cristallo è passato ad Arthur Fanning, colui che lo ha rinominato “l’Occhio di Dio”. Pare che nel corso del tempo in molti abbiano tentato di rubare la pietra a Brown, ma che misteriosamente essa sia sempre tornata nelle mani del suo proprietario. Anche Fanning ha mostrato la sfera in pubblico, affinché tutti potessero verificare le sue proprietà.



L’oggetto, senza dubbio, è curioso. I dubbi legittimi. Ma c’è un altro dato da tenere presente: né Brown, né Fanning hanno mai speculato sulla cosa. Se Brown avesse voluto davvero cavalcare le profezie di Cayce, perché avrebbe aspettato fino al 1975 per esibire la sua scoperta?

Quindi l’ultima domanda è questa: e se la pietra fosse davvero ciò che Brown, Fanning, e molte altre persone che l’hanno vista, dicono che sia, ovvero una vestigia della perduta Atlantide? Pare che nel continente perduto ve ne fossero quattro di queste pietre. Due affondarono con Atlantide, una è ancora dispersa. una è l’Occhio di Dio. Forse la fine della civiltà atlantidea fu causata da un uso spregiudicato dei poteri di queste pietre.

Sono tutte illazioni, ovviamente. Resta però il cristallo, la cui ultima apparizione documentata in pubblico è dell’11/11/2011 (per quel che si può desumere da una ricerca sul web). Il cristallo non è artificiale, o comunque non poteva essere costruito con le tecnologie esistenti negli anni Settanta. Al suo interno, un occhio ci guarda. Magari è davvero l’Occhio di Dio, quello che può offrirci la visione d’insieme, priva di preconcetti, sgombra da pregiudizi.

Un commento:

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