Loch Ness e il suo Mitico Abitante, il “Mostro” che ci Affascina da Generazioni

La Scozia è un territorio dove ancora si sente profondamente il retaggio celtico, soprattutto nel ricchissimo patrimonio di miti e leggende che sono ancora vivi e vitali. Passeggiando per le verdi pianure scozzesi non ti stupiresti a veder spuntare fate e folletti, e la gente del posto crede genuinamente nell’esistenza del Piccolo Popolo. Quale luogo migliore dunque poteva trovare un mostro leggendario per attraversare indisturbato i secoli?



San Colombano e le sue Sante Preghiere

Loch-Ness-Mostro

Era il 566 dopo Cristo quando San Colombano girava per la Scozia ad evangelizzare quel popolo burbero, così restio ad affidarsi alla nuova religione cristiana. Nella narrazione della sua vita ci viene raccontato che il Santo riuscì a scacciare con le sue preghiere e la sua fede un mostro acquatico che aveva assalito e ucciso un uomo. A quei tempi il santo si trova lungo le rive del lago Ness.

Questo è il più antico avvistamento del famigerato “mostro” che la gente del posto chiama affettuosamente “Nessie“. Infatti l’unico motivo per l’appellativo di “mostro” potrebbe essere quell’antico omicidio condannato da San Colombano. Nei secoli successivi la creatura non ha fatto male a una mosca, limitandosi a fare capolino qua e là dalle acque del lago che è la sua casa.

Loch Ness

Loch è il termine che in lingua scozzese indica un lago: nelle Higlands ce ne sono parecchi, ma il Loch Ness è uno dei più grandi. Sorge non lontano da Inverness, ha acque dalla temperatura mite ed è popolata da numerosi animali marini come salmoni e plancton. Ma la sua fama mondiale si lega alla creatura che tutti conoscono come “Loch Ness Monster“, il mostro di Loch Ness.



Dopo la vicenda agiografica legata a San Colombano il mostro riappare in tempi recenti, quando lungo il lago fu costruita una strada che permetteva di percorrerlo da nord a sud, da Inverness fino a  Fort William. Cominciarono così a susseguirsi una serie di testimonianze di persone convinte di aver visto qualcosa di grosso agitarsi nelle acque del lago.

Foto e Filmati: le Prove Oculari

Siamo nella prima metà del Novecento e le macchine fotografiche cominciano ad essere diffuse: il primo a immortalare nero su bianco il mostro fu Hugh Gray nel 1933, e da quel momento si susseguirono numerosi scatti volti a provare l’esistenza della misteriosa creatura. La foto che doveva essere la prova definitiva fu scattata nel 1934 ed è nota come la “Surgeon’s Photograph”, la foto del chirurgo, e venne scattata da Robert Kenneth Wilson.

Foto_del_chirurgo_Nessie

Quasi sicuramente l’hai vista anche tu: mostra un lungo collo sinuoso e una groppa traslucida che emergono dalle acque del lago Ness. Molti anni dopo è stato provato che la foto era un falso, ma per decenni ha alimentato le speranze dei sognatori di tutto il mondo. Al giorno d’oggi vengono usati metodi molto sofisticati per dimostrare (o confutare in modo definitivo) l’esistenza del mostro. Si sono fatti prelievi di DNA marino e scansioni con Google Maps. Finora però la domanda resta aperta.

Esiste davvero il Mostro di Loch Ness?

Quante ipotesi sono state fatte nel corso del tempo! C’è chi dice che Nessie sia una sorta di dinosauro sopravvissuto fino ai giorni nostri e che nelle acque non ci sia un solo mostro, ma due. C’è chi dice che sia una specie di lontra un po’ cresciuta. A chi obietta che un animale tanto grande (si pensa sia lungo circa 30 metri) non possa sopravvivere in un piccolo lago (il Loch Ness misura 39 chilometri di lunghezza) si risponde che sotto al lago ci sono grotte che comunicano con il Mare del Nord.



I paesi sulle rive del lago hanno prosperato grazie al mostro: migliaia di turisti ogni anno accorrono a frotte sperando di mettere a segno il colpo del secolo e di dare infine un volto al mostro. I maligni dicono perciò che Nessie sia stata partorita dalla fantasia di un operatore turistico, basandosi su vecchi racconti celtici relativi a temibili mostri marini.

Ma in molti continuano a scuotere la testa, ad affondare lo sguardo tra i flutti del Loch Ness, e ad aspettare che avvenga il Miracolo.

Monstrum

Per noi la parola “mostro” ha un’accezione negativa, ma originariamente non era così. Veniva definito “monstrum” dai latini qualcosa di portentoso, eccezionale, mirabile, meraviglioso. Magari Nessie viene definito un “mostro” in questo senso: perchè risveglia in noi la voglia di meraviglioso e ci porta a credere ancora che i miracoli accadono anche in mondo prosaico come quello in cui viviamo.



Hanno un bel cercare gli scienziati con i loro scandagli e i loro sonar, e con tutti gli strumenti tecnologici più evoluti che l’Uomo ha costruito. Nessie sarà  sempre più furbo di loro, e si farà beffe del loro scetticismo sgattaiolando tra gli anfratti del fondo del Loch Ness. Il mostro di Loch Ness non si paleserà mai a noi in modo chiaro e inconfutabile, allo stesso modo in cui le fate si celano tra i cespugli e si manifestano solo, a volte, con un trillo soffocato che si perde nel vento.

Finchè il mistero del mostro di Loch Ness resterà tale noi avremo qualcosa in cui sperare. Potremo credere ancora che esistono cose che non sono state svelate e che ci attende ancora, in luoghi inattesi, lo stupore dei bambini. Nessie non è stato inventato, è stato evocato: abbiamo bisogno di credere che ci siano cose che vanno oltre la comprensione, l’intelletto e lo sguardo. E  ci sono, altrochè.

Le Forze Geofisiche dell’Universo

Loch_Ness_ Scozia

Una delle tante spiegazioni che vengono date ai numerosissimi avvistamenti del mostro dice che forse il lago di Ness è un punto nodale delle energie terrestri. Forse qui si coagulano forze geomagnetiche che inducono lo sguardo a vedere cose che non esistono. Magari, aggiungo io, il lago è una delle Porte che ci possono condurre oltre la Percezione per osservare le meraviglie nascoste alla limitatezza dell’essere umano.

Il Mondo è una Foresta di Miracoli che non bisogna cercare sempre e comunque di spiegare. Questa consapevolezza è ciò che può rendere la vita su questa Terra degna di essere vissuta, ed è l’unica che ci può spingere a fare sogni più grandi di noi. Sarei così triste se un giorno qualcuno mi portasse la prova che il mostro di Loch Ness esiste. Perché più di ogni altra cosa abbiamo bisogno del Mistero e di ricordare sempre che l’intelletto umano, semplicemente, non è in grado di contenere tutto quello che c’è da sapere e che esiste sotto la luce del Sole, della Luna e delle Stelle.

Se dovessi vedere Nessie, un giorno, strizzagli l’occhio e poi lascia che torni in fondo al suo lago. Da lì lui continuerà ad accendere fantasie, sogni e speranze, finché l’Uomo sarà abbastanza saggio da accettare la sua infinita piccolezza davanti alla grandiosa mostruosità dell’Universo.

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