L’Antica e Misteriosa usanza dei crani allungati

Ci sono molte usanze che contraddistinguono un popolo dall’altro e che contribuiscono a marcare in modo più netto i confini di una cultura rispetto ad un’altra. Allo stesso tempo, ci sono invece usanze che accomunano, tutte, o quasi, le popolazioni del mondo. Se oggi non vengono più praticate non è perché ci siamo “evoluti”, ma perché ci siamo dimenticati il motivo che le ha originate. Una di tali usanze è la pratica dei crani allungati.

Una tecnica dolorosa e lunga

tecnica crani allungati
Fonte:www.historicmysteries.com

L’allungamento del cranio consiste nel fasciare la testa di un bambino piccolo in modo che la sua scatola cranica non cresca normalmente, ma si sviluppi verso l’alto, schiacciando la fronte. L’uso di fasce non è l’unico mezzo per raggiungere questo scopo. Si possono adoperare della tavolette, che vengono applicate davanti e ai lati, oppure le bende, che stringono il cranio.

Un altro metodo consiste nel massaggiare la testa del neonato fino ad ottenere l’effetto desiderato. Il segreto sta nell’applicare tali metodi su un infante, poiché le ossa di un bambino appena venuto al mondo sono ancora morbide e malleabili. Infatti i neonati hanno le cosiddette “fontanelle”, ovvero le linee che uniscono le ossa frontali, parietali, occipitali e temporali, le quali si saldano solo intorno ai venti anni in modo completo.

Dunque, manipolando il cranio per un certo periodo di tempo (di solito fino ai tre anni di età) era possibile cambiarne la forma. Qualcosa di simile fanno le geishe, che si fasciano i piedi fino a farli diventare molto piccoli, inibendo la corretta crescita dell’apparato scheletrico. Questa pratiche, oltre che dolorose, sono deformanti e irreversibili. La domanda che sorge ovvia è dunque: perché si praticava la tecnica del cranio allungato?

Una pratica molto diffusa

crani allungati Peru
Fonte: www.veteranstoday.com

L’altra cosa curiosa da notare è che l’allungamento del cranio non è un episodio isolato che abbia riguardato solo un ristretto gruppo umano. In realtà da nord a sud, da est a ovest, gli archeologi hanno ritrovato esempi di manipolazione craniale a partire dal 10 mila avanti Cristo fino al XIX secolo praticamente in ogni angolo del globo.

I primi crani allungati vennero ritrovati in Australia; quasi contemporaneamente ne vennero rinvenuti degli altri in Brasile e in Iraq. Ma ci sono esempi di scheletri con crani manipolati in Sud e Centro America e, anche se in modo più sporadico, in Nord America; in Europa, specie nelle regioni centrali, in Russia; in Medio Oriente, in Australia, in Africa. Insomma, praticamente ovunque.

A lungo si è creduto che l’usanza si fosse irradiata dall’Egitto dove, tradizionalmente, si dice sia nata la civiltà più antica. In realtà, per quanto sappiamo che in Egitto l’allungamento del cranio era pratica adottata specie per i faraoni (come testimoniano le iconografie del periodo del faraone Akenaton e molte mummie), di certo altrove la stessa metodologia era già usata in modo indipendente.

In Perù sono stati ritrovati dei crani allungati che presentano caratteristiche peculiari. Hanno infatti l’aria di non essere stati manipolati, ma di essere così naturalmente: non presentano le zone di sutura delle fontanelle. Inoltre, le orbite degli occhi sono più grandi dell’usuale. Questi teschi sono oggi conservati nel Museo di Paracas e hanno generato una ridda di ipotesi, che analizzeremo più avanti.

Perché allungare il cranio artificialmente?

crani allungati
Fonte: http://imagesait.ru

Una pratica così anomala non si può spiegare come una semplice tradizione o usanza estetica: deve avere una motivazione più profonda. Allungare il cranio significa alterare la propria fisiologia per sempre. Inoltre gli studiosi hanno notato come l’allungamento del cranio non venisse praticato su chiunque, ma su alcuni individui ben selezionati.

Una prima ipotesi che è stata fatta è che fosse un modo per accrescere l’intelligenza. La scienza ha però dimostrato che aumentare del volume della scatola cranica, e quindi del cervello, non vuol dire rendere il soggetto più intelligente. Ovvero, un cervello di maggior volume non significa necessariamente maggiore capacità cognitiva.

Volendo però ipotizzare che anticamente ciò non fosse noto e che quindi vi fosse la convinzione contraria, pure non si fa una congettura credibile. Per la maggior parte delle popolazioni arcaiche, infatti, l’intelligenza non aveva sede nel cervello, ma nel cuore.

Sembra più probabile che invece l’allungamento del cranio servisse a distinguere chi apparteneva ad uno status sociale più elevato (come i faraoni). Infatti spesso questa caratteristica veniva accentuata adottando capigliature e copricapi che sottolineavano l’anomala forma del cranio.

Ma perché una testa così conformata indicava una persona “più importante”? Forse perché, modificando il proprio cranio, si tentava di assomigliare a qualcuno considerato “molto importante”.

Il cranio dei nostri progenitori era allungato

crani allungati
Fonte:www.ancient-origins.net

I crani naturalmente allungati che sono stati ritrovati hanno dunque fatto ipotizzare che sia esistita un tempo, tanto tempo fa, una razza che aveva tale caratteristica per nascita. Non sembra infatti che si tratti di deformazioni, ma solo di una diversa fisiologia. Chi erano queste persone? Di certo avevano grande autorità e avevano viaggiato in tutto il mondo.

C’è chi dice potessero essere gli “uomini antidiluviani”, gli abitanti di Mu, o Atlantide, coloro che vennero prima e crearono la civiltà dopo il grande cataclisma che sconvolse la loro società. Forse non erano neppure uomini, ma creature arrivate su macchine volanti dal cielo, e per questo venerate poi come dei, e raccontate nei testi sacri come esseri più che umani, più che terrestri.

Nel suo libro “Platone, l’Atlantide e il diluvio”, Ignatius Donnelly parla di “preistorica uniformità della razza umana“. Certo è che i crani allungati costituiscono ancora oggi un enigma, insieme a molti altri enigmi che la scienza e la storia ufficiale non hanno i mezzi per spiegare in modo soddisfacente.

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