La tempesta di Thot: da Atlantide all’Egitto e all’Irlanda

Sia in Egitto che in Irlanda sono fiorite delle grandi civiltà in epoche passate, che però ci sembra abbiano assai poco in comune l’una con l’altra. Ma è davvero così? A dimostrare il contrario è la scienza moderna, quella che è capace di estrarre il DNA da resti di secoli passati. Ed è in questo modo che è nata la teoria della tempesta di Thot, che da Atlantide condurrebbe all’Egitto e all’Irlanda.

La collina di Tara

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Fonte: irisharchaeology.ie

Come è noto agli archeologi, e non solo, uno dei luoghi più sacri dell’intera Irlanda è la collina di Tara, dove si trova un monolite ritenuto magico. Al di là delle leggende, quel che è certo è che in questo luogo vi sono molte tombe e sepolture che i più attribuiscono ai Celti, ma che in realtà risultano spesso essere anche più antiche. Ed è proprio a Tara, e più precisamente nel sito di Lismullin Henge, che nel 2015 venne fatto un ritrovamento curioso.

Durante una campagna di scavi vennero riportate alla luce alcune ossa facenti parte di uno scheletro. Si trattava di un animale. Dalle dimensioni e dalla forma all’inizio si ipotizzò che si trattasse di un cane, o di un tasso. Ma le successive indagini hanno portato alla luce una verità assai meno banale. Quello scheletro apparteneva ad una scimmia.

La cosa ovviamente destò non poco scalpore. Come poteva una scimmia trovarsi sepolta in un sito antico centinaia, migliaia di anni, considerando che non è una specie autoctona dell’Irlanda? La cosa più assurda è che c’erano già stati dei precedenti. A Eimhain Macha, nella contea di Armagh, era già stato ritrovato un teschio di una scimmia datata a 2.500 anni prima del ritrovamento.

Se una rondine non fa primavera, due indizi fanno una mezza certezza. O, in ogni caso, sollevano parecchie domande. La prima: come diavolo ci sono arrivate le scimmie in Irlanda in epoche in cui gli spostamenti non erano celeri né facili come oggi? Ma soprattutto: perché mai qualcuno avrebbe dovuto importare delle scimmie in Irlanda?

Un’ipotesi intrigante

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Fonte: travel.sygic.com

C’è una vecchia teoria, che per lo più la scienza tende a confutare, secondo la quale potrebbe esistere una connessione tra l’Irlanda e l’Antico Egitto. La prima volta in cui venne formulata fu quando venne ritrovato lo scheletro di un ragazzo di appena 15 anni. Il sito del ritrovamento era il cosiddetto “tumulo degli ostaggi“, che non si trova distante da Tara. Il corpo fu datato a 3.800 anni prima.

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Fonte: www.researchgate.net

Al collo l’ignoto e sfortunato giovanotto aveva una collana di nobile fattura. Era in maiolica e sia nella foggia che nelle decorazioni ricordava da vicino la manifattura egizia. Ad avvalorare la tesi secondo la quale l’Egitto e l’Irlanda potrebbero avere avuto delle connessioni in epoche remote c’è anche la leggenda della regina Scotia.

Scotia era una regina (o principessa) egizia che giunse in Irlanda e venne uccisa dai mitici Tuatha de Danann in una grande battaglia occorsa all’incirca nel 1700 avanti Cristo. Nella contea di Kerry c’è una grande pietra coperta da iscrizioni, che si suppone segni il luogo di sepoltura di Scotia, che non fece mai ritorno alla sua lontana patria.

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Fonte: Pinterest

Tutti pensano sia una storia inventata, tanto più che si tende a negare persino l’esistenza dei Tuatha de Danann, i leggendari fondatori dell’Irlanda. Anche la storia secondo cui gli invasori, capeggiati da un tale Milesius, che nel 1400 avanti Cristo cercarono di invadere l’isola furono affondati da una tempesta magica causata dai Tuatha de Danann, viene rifiutata come fasulla. Ma proviamo a leggere oltre il mito.

Nel DNA una verità scomoda

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Fonte: Pinterest

Dopo il ritrovamento dello scheletro della scimmia a Tara (che, per l’esattezza, era un babbuino) studiosi del Trinity College di Dublino fecero una pubblicazione in cui facevano una rivelazione rivoluzionaria. Gli irlandesi non erano collegati geneticamente solo con le popolazioni del sud Europa, ma anche con quelle del Medio Oriente.

Questo, insieme ai resti delle scimmie, rendevano innegabile una connessione con l’Egitto. E così si è fatto anche un ragionamento etimologico. Solitamente si attribuisce il nome “Tuatha de Danann” alla dea Danu. Ma quel “Tuatha” potrebbe invece riferirsi ad una delle più importanti divinità del pantheon egizio: Thot, che veniva raffigurato spesso con la testa di un babbuino.

Anche una ricostruzione fonetica renderebbe questa etimologia più plausibile di quella comunemente accettata. Thoout Dai si traduce come “Thot che attraversa”, mentre Thoout DAt si traduce come “Il viaggio in barca di Thot”. Infine, Thoout Da si traduce come “la tempesta di Thot”. Ovvero, la famosa tempesta che fermò gli invasori.

Se, dunque, sia geneticamente che etimologicamente la connessione tra Irlanda e Egitto è lampante, non resta che farsi un’ultima domanda. Come entrarono in contatto due popoli tanto lontani, considerando poi che gli egiziani non erano dei grandi navigatori (se non sul fiume Nilo)? Sulla base delle convinzioni comuni non è facile dare una risposta. Diventa semplicissimo se si considera l’esistenza di Atlantide.

Il comune retaggio di Atlantide veicolato da Thot

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Fonte: www.thesundaytribune.com

Secondo alcuni studiosi, il dio Thot altri non sarebbe che Ermete Trismegisto, un uomo di profonde conoscenze che veniva da Atlantide e che lasciò tutte le sue conoscenze all’interno delle sue tavole smeraldine. Egli viaggiò a lungo e lontano, e non solo in forma corporea. Nessuno stupore se riuscì a toccare le sponde irlandesi e quelle egizie, lasciando quindi un retaggio comune di conoscenze, sia iconografico che linguistico.

Thot è infatti considerato inventore del linguaggio, di quel linguaggio primordiale che ormai abbiamo dimenticato, ma che a volte ci parla ancora in simboli e immagini che, potenti, ancora parlano persino a noi moderni. Pensiamo alla croce inscritta in un cerchio, al labirinto, alla svastica.

Fino a qualche decennio fare dire queste cose era pura fantascienza: oggi anche la scienza fornisce degli indizi sempre più chiari che parlano di un’unica civiltà madre da cui sono scaturite tutte le altre. Se finalmente abbracciassimo questa versione dei fatti, e della storia, molte cose finora incomprensibili diventerebbero chiare.

Non più anomalie o OOPArts, oggetti, usanze, edifici troverebbero un’esatta collocazione in un unico, ampio disegno che va dal remoto nord dell’Europa fino al lontano Medio Oriente e forse ancora oltre, alle propaggini di ciò che un tempo era Mu. Continuando a cercare, seguendo le tracce flebili ma inequivocabili, si tornerà un giorno all’origine vera di tutte le cose.

Fonte: https://www.ancient-origins.net/opinion-guest-authors/thoth-s-storm-new-evidence-ancient-egyptians-ireland-005187

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