La penisola dello Yucatan e le tracce di Atlantide

La civiltà Maya è stata una delle più affascinanti che abbiano popolato il centro America, e ad oggi resta una di quelle meno comprese. Secondo l’archeologia infatti i Maya hanno iniziato a costruire i loro palazzi solo pochi secoli prima di Cristo. Il carbonio 14 non mente: ma è davvero così? Scopriamo cosa si può osservare nella penisola dello Yucatan e le tracce di Atlantide che è possibile rinvenire.

Augustus Le Plongeon

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Fonte: cadenaser.com

Uno degli studiosi che maggiormente si appassionò ai resti Maya presenti sulla penisola dello Yucatan, e un po’ in tutto il resto del mesoamerica, è stato Augustus Le Plongeon (1826 – 1908). Le Plongeon era archeologo ma soprattutto fotografo: la documentazione che ci ha lasciato è impressionante, e servì a dare il via ai più importanti lavori di scavo nei primi decenni del Novecento. Insieme a sua moglie Alice elaborò diverse interessanti teorie.

Ovviamente le sue teorie sono decisamente rifiutate dalla scienza ufficiale, ma vennero invece riprese e sostenute dal colonnello James Churchward. Quel che possiamo dire con certezza è che alcune delle sue osservazioni non possono non suscitare un legittimo dubbio in ognuno di noi. La base da cui partiva Le Plongeon era il desiderio di dimostrare la connessione esistente tra l’Egitto, Atlantide e i Maya.

L’archeologo – che era anche un massone – trovò moltissime iscrizioni mayache richiamavano con chiarezza simboli e geroglifici presenti anche nelle stele e negli edifici dell’Antico Egitto. Si diede da fare per interpretarli, individuando una matrice comune. La sua ricerca non si svolgeva sui libri, ma sul campo: nel 1873 era nello Yucatan e qui apprese la lingua yucateca, parlata dai nativi locali. Visitò e fotografò Mérida, Chichen Itza, Uxmal, tutto questo nonostante imperversasse una guerra civile e rischiasse la sua stessa vita.

A Chichen Itza fece uno dei suoi ritrovamenti più interessanti: una grande statua che lui chiamò Chaac Mool e che ritenne essere la raffigurazione degli antichi progenitori, di coloro che avevano per primi costruito i siti sui quali in seguito i Maya avevano eretto le loro città. Immagini simili vennero poi ritrovate in molti altri templi del centro America.

Chi era Chaac Mool

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Fonte: archeodiscovery.wordpress.com

Le Plongeon era convinto che gli edifici Maya fossero molto, molto antichi. A Chichen Itza vi è un tempio, definito “tempio dei guerrieri” o “piattaforma delle aquile e dei giaguari”. Sotto al tempio, le Plongeon fece una grande scoperta. Capì che c’era qualcosa sepolto, e con l’aiuto di un paio di braccianti e di qualche tronco riuscì a portare alla luce una statua di quasi 400 chilogrammi di peso. Infatti la statua è stata ricavata dal granito, si trovava a ben tre metri di profondità e raffigura un uomo sdraiato supino.

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Fonte: Wikipedia

La fattura è decisamente sconvolgente, così diversa dalla solita scultura Maya. L’uomo ha un’espressione fredda, remota e assente. Ha un copricapo su cui si trovano delle incisioni che proseguono sulle orecchie. Indossa quello che sembra un pettorale, si appoggia sui gomiti e sulla pancia tiene un catino vuoto. L’insieme è decisamente inquietante. Le Plongeon chiamò l’ignoto soggetto, Chaac Mool, che vuol dire “artiglio veloce come un fulmine”.

In seguito furono trovate altre statue con iconografia simile. La più famosa è quella che si trova a Tula. Oggi gli archeologi dicono che sia una figura di guerriero morto che offre sacrifici agli dei. Non è escluso che nel catino venisse messa acqua o mercurio per fare le divinazioni. Qualcuno ipotizza servisse a contenere il cuore delle vittime sacrificali durante i sanguinosi rituali Maya. C’è poi un’altra teoria, quella sostenuta anche da Le Plongeon: che Chaac Mool fosse la raffigurazione di un antico dominatore dei popoli Maya, qualcuno venuto molto prima di loro.

Potremmo semplificare dicendo che era un abitante di Atlantide, quello che venne chiamato anche Kukulkan o Quetzalcoatl. Di sicuro era una figura tenuta in grande importanza, perché repliche della statua di Chichen Itza sono state trovate un po’ dappertutto in centro America, di diverse dimensioni. Le Plongeon era convinto che la statua da lui rinvenuta fosse stata seppellita volontariamente. Era un modo di proteggere i reperti più antichi dalla distruzione portata dagli europei, che difatti distrussero molte vestigia della cultura Maya.

Quel che resta di Atlantide

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Fonte: adeptexpeditions.com

Dunque l’antica statua di Chaac Mool altro non è che la raffigurazione di uno dei primi colonizzatori giunti in Centro America da Atlantide dopo il grande diluvio, o forse ancora prima. Anche se le teorie di Le Plongeon sono state rigettate quando è stata effettuata una datazione scientifica dei templi Maya, c’è ancora chi è convinto che essi siano stati eretti su piante preesistenti. Ciò spiegherebbe i loro precisi allineamenti cosmici e il fatto che spesso sorgono su luoghi di grande potenza geomagnetica.

Bisogna considerare anche un altro aspetto, e sono le evidenze del terreno. Anche se stranamente nessuno sembra averlo mai notato, nei templi dello Yucatan e negli altri edifici si può spesso notare come ci siano i segni di una grande devastazione. Pietre sono ammucchiate in modo scomposto: come se fossero state prima distrutte e poi riportate indietro da una grande marea. Si notano anche i segni dell’erosione salina dell’acqua del mare.

Si notano – in una parola – i segni di un grande tsunami, o alluvione, o diluvio: della catastrofe che potrebbe aver decretato la fine del regno di Atlantide. Queste caratteristiche si notano piuttosto bene osservando le foto lasciate dallo stesso Le Plongeon, le cui teorie non sono state accolte e oggi vengono liquidate come frottole di un visionario. Un visionario che però certe cose le ha viste con i propri occhi, e che aveva una profonda conoscenza della simbologia antica.

L’enigmatico, remoto e freddo sguardo di Chaac Mool cela dunque un segreto, e la rivelazione stessa di quel segreto. Cos’era davvero contenuto nel suo recipiente, quel piccolo “sacro cenote“? Perché si trova in quella inusuale posizione, e perché era tanto importante per la civiltà Maya? ci si può contentare di una spiegazione superficiale: o si può provare a guardare più attentamente le vecchie foto di August Le Plongeon.

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